Chi è Valentina Alferj, la donna a cui Camilleri dettava i suoi libri
Valentina Alferj è la donna a cui lo scrittore Andrea Camilleri, morto oggi mercoledì 17 luglio a Roma, dettava i suoi libri da quando aveva cominciato a perdere la vista.
“E’ l’unica che sa scrivere nella lingua di Montalbano, anche se è abruzzese”, scherzava il “papà” del commissario più amato della letteratura. E anche della televisione, grazie all’interpretazione dell’attore Luca Zingaretti.
Di Valentina Alferj, assistente di Camilleri, si sa pochissimo, soltanto che è originaria di Pescara, è cresciuta a Roma, è sposata e ha un figlio.
Il “colpo di fulmine” con Camilleri
Tra Valentina e lo scrittore è stato “colpo di fulmine”: la donna era una delle organizzatrici di un evento culturale a cui Camilleri partecipava come ospite. Dopo averla vista al lavoro, lo scrittore la invitò a lavorare con lui.
La cecità avanzava ma le tenebre non avevano ancora spento l’immaginazione dello scrittore. Valentina è diventata il braccio di Andrea Camilleri. Oltre che la sua fedelissima assistente personale dal 2002.
È la donna dell’ombra – quella in cui ha vissuto l’autore negli ultimi anni della sua vita – e nell’ombra: trovare informazioni che la riguardano è difficilissimo. Non c’è sui social e di lei si sa soltanto quanto ha raccontato Camilleri in alcune interviste. La riconoscenza dell’uno e la dedizione dell’altra sono i due lati della stessa medaglia.
“L’unica che sa scrivere in vigatese, anche se è abruzzese”
Camilleri scriveva costantemente, quotidianamente, e Valentina compare nel 2016, quando lo scrittore ha 91 anni, nella nota finale del suo centesimo libro, ‘L’altro capo del filo’. “Si tratta di un Montalbano scritto nella sopravvenuta cecità” che ha dovuto dettare alla sua assistente Valentina Alferj, “l’unica che sia ormai in grado di scrivere in vigatese”. E lo stesso vale per tutto ciò che ha firmato da allora, sino all’ultimo Montalbano appena uscito, ‘Il cuoco dell’Alcyon’, giocato su recite e finzioni.
I suoi rimpianti, divenuto cieco, diceva, riguardavano principalmente il non vedere più l’amatissima pittura e il non riuscire più ad ammirare la bellezza femminile.