Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Cultura

“Una volta è abbastanza”, recensione del romanzo di Giulia Ciarapica: esordio riuscito

Il romanzo di Giulia Ciarapica, edito Rizzoli.
Di Cristina Migliaccio
Pubblicato il 16 Apr. 2019 alle 16:59 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:59

Una volta è abbastanza, il primo romanzo di Giulia Ciarapica, è un viaggio nel tempo attraverso gli occhi e i sentimenti di due donne che traggono forza dalle proprie fragilità.

Siamo nel dopoguerra. L’Italia è da ricostruire, mentre le vite di Annetta e Giuliana stanno sbocciando con lentezza, ladre di un tempo che non dovrebbe esserci.

Le due protagoniste del romanzo si prendono spazi che, in un delicato periodo storico come quello, forse non potevano ancora esserci.

Annetta è una di quelle donne che vogliono combattere per se stesse e per nessun altro. Seppur le manchi l’amore, quello vero, Annetta vuole più bene a se stessa e le conseguenze di questa scelta se le porterà dietro per tutta la vita.

A differenza sua, Giuliana la sorella minore è una donna determinata che però ha paura dei sentimenti. Annetta è la sua ombra, un fantasma che le alita sulla spalla, ogni passo che fa è pensato con l’approvazione o il giudizio della sorella maggiore. Mentre Annetta viene presentata come una donna emancipata e fuori dalle righe, Giuliana dovrebbe rappresentare la parte razionale, quella con i piedi per terra, la donna che diventa madre mettendo su famiglia.

La differenza tra le due sorelle, da questo punto di vista, però non c’è: sia Annetta che Giuliana sono due donne dalla grande forza d’animo che non possono essere racchiuse nell’etichetta antiquata degli anni ’50.

L’esordio letterario di Giulia Ciarapica, l’intervista a TPI: ” Leggere e scrivere credo siano il destino della mia vita”

L’esordio della Ciarapica è un romanzo pensato, con una narrazione pulita, personaggi forti e soprattutto concreti che non hanno paura di vivere né di morire. Dopotutto, siamo nel dopoguerra e la storia si srotola fino agli anni ’60, mostrando l’evoluzione di un paese sofferente che deve ritrovare la strada di casa.

“Fregatene, Giuliana. La vita è una sola, non puoi perdere tempo a pensare a cosa diranno gli altri. Ogni sbaglio dovrà avere un solo nome, il tuo”.

Una volta è abbastanza racconta di come la vita possa essere bella anche quando a prevalere sono le imperfezioni. Il fulcro della narrazione è radicato nei valori, soprattutto quelli familiari. Nonostante qualche descrizione scenda troppo nel dettaglio di tanto in tanto, la lettura non incontra grandi ostacoli e rende questo primo di tre romanzi un ottimo punto di partenza.

“Resta solo quel che conta, e conta soltanto ciò che resta. Al di là di tutto. Nonostante tutto”.

Perché leggere questo romanzo? Se siete alla ricerca dell’amore puro e raffinato, non lo troverete qui, perché il romanzo della Ciarapica parla dell’amore crudo, quello che forse colleziona più sconfitte che vittorie. Non è una storia di una principessa salvata dal principe, perché qui non esistono né l’una né l’altro.

Questa è una storia che plasma i personaggi attorno alle complicazioni dei sentimenti: se Rita non fosse stata rifiutata dall’amore della sua vita, forse non si sarebbe condannata a un’esistenza di solitudine. Se Annetta non avesse perso Valentino, forse non si sarebbe mai presa del tempo per sé stessa né avrebbe compreso affondo l’importanza della famiglia. Se Giuliana non avesse conosciuto Valentino, non avrebbe potuto assaporare la doppia lama del matrimonio. Ogni scelta comporta una conseguenza ed è su questo principio che si basa questo romanzo.

Un esperimento ben collaudato, incastrato nella cornice di un piccolo paesino delle Marche con la penna di una scrittrice esordiente.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version