La zona di Hangzhou e, in generale, il delta del Fiume Yangtze, si possono considerare la culla della navigazione in Cina. Il magnifico Lago Xianghu, situato a Xiaoshan (Hangzhou), a sud del Fiume Qiantangjiang, ospita lo spettacolare Museo del Sito di Kuahuqiao, a forma di piroga: adagiato lungo la riva del lago tra splendidi giardini, il museo si erge sul sito dove nel 2002 è strato scoperto il relitto di una delle più antiche piroghe del mondo. Secondo il direttore degli scavi, l’archeologo Jiang Leping, millenni fa il lago faceva parte della baia di Hangzhou. In seguito si trasformò in un’area di terre umide, circondata da bassi monti, che in epoca Song (anno 1112) fu sommersa artificialmente e dotata di argini, originando un’ampia distesa lacustre.
Nel 1554 un funzionario vi eresse il Ponte Kuahuqiao (ponte che attraversa il lago), che ha dato il nome al sito archeologico. Ridottosi come dimensioni con il passare del tempo, all’inizio del XX secolo il lago era ormai scomparso, rivelando una distesa di terreno ricoperto di canne e arbusti. Negli anni ’80-’90 qui si installarono alcune fabbriche di mattoni e tegole, la cui materia prima era la melma del fondale: gli scavi raggiunsero una profondità di una ventina di metri. Nel frattempo emersero frammenti di terracotta, ben presto notati sia dagli operai sia dai bambini dei villaggi vicini. Gli scavi archeologici, iniziati nel 1990 e proseguiti nelle campagne del 2001 e del 2002, hanno portato alla scoperta di terrecotte, corna di cervo, ossa di animali e oggetti di osso, pietra levigata e legno. Nel novembre del 2002 è emerso il relitto, lungo 5,6 metri, di una piroga di legno che gli esami al carbonio 14 hanno fatto risalire a ben 8000 anni fa. Si tratta della più antica piroga scoperta finora in Cina e di una delle più antiche a livello mondiale.
Secondo l’archeologo Jiang Leping, al momento della scoperta la piroga appariva sorretta ai lati da tronchi contorti di legno, da cui si evince che era in fase di riparazione, vista anche la presenza nella parte centrale di un buco rotondo, colmato da una copertura di legno accuratamente fissata con strati di lacca. Nei pressi sono emersi pezzi di legno di varia lunghezza, destinati all’installazione di una o due strutture di supporto laterali, così da stabilizzare la piroga nel corso della navigazione. Ricavata da un tronco di legno di pino, spaccato a metà, sottoposto a bruciatura e scavato in seguito con pietre levigate, nei dintorni della piroga sono anche emerse alcune pagaie. Dotata di vela di canne intrecciate e stabilizzata da una struttura esterna di legno, la piroga era probabilmente in grado di effettuare traversate in mare.
L’esame di un arco di legno di gelso ha rivelato la presenza di frammenti di lacca policroma, il che ne fa il più antico oggetto laccato scoperto finora nel mondo. Ottomila anni fa nella zona erano già praticati la risicoltura e l’allevamento dei suini. Lo si deduce dalla scoperta di resti di crusca di riso e dall’esame di una mandibola di maiale rinvenuta nel sito, la cui dentatura presenta le caratteristiche legate a un cambiamento di alimentazione: il più antico caso del genere emerso finora in Cina. Su alcuni frammenti di terracotta figurano varie immagini del sole.
La cultura di Kuahuqiao, insieme a quella di Hemudu (a Yuyao presso Ningbo, risalente a 7000 anni fa) venne meno 6000 anni fa a causa dell’innalzamento a livello globale del livello dei mari, che arrivò a superare di 2-5 metri il livello attuale. I locali si rifugiarono sui monti oppure, grazie alle piroghe, raggiunsero zone meno colpite, diventando i progenitori della cultura di Liangzhu.
Anche il sito del tardo Neolitico di Liangzhu, Patrimonio Culturale Mondiale, situato 20 chilometri a nord di Hangzhou, vale davvero una visita. Sede centrale della cultura di Liangzhu (3300-2300 a.C.), il sito si distingue sia per l’alto livello raggiunto nella lavorazione della giada sia per il complesso sistema di canali, dighe e argini in grado di permettere la navigazione e proteggere dalle alluvioni, garantendo nel frattempo il rifornimento d’acqua delle risaie. Situata in una zona di terre umide circondata a nord e ovest da monti e distese lacustri, la complessità di di progetti quali la costruzione e manutenzione delle dighe e l’erezione dell’altura centrale dei palazzi reali (Mojiaoshan) rivela una perfetta organizzazione del lavoro, simbolo di una forma embrionale di struttura statale, la prima del genere in Cina: la terra accumulata per la costruzione dell’altura risulta pari a quella necessaria per la costruzione di una piramide. L’antica città di Liangzhu comprende la zona dei palazzi reali, un ampio magazzino di riso e le città interna ed esterna, su una superficie di 6,3 chilometri quadrati. Il sistema dell’intera città, che copre ben 100 chilometri quadrati, ospita circa 300 siti su alture, mentre la cultura di Liangzhu interessa una zona complessiva di 150.000 chilometri quadrati.
Dotata di ampie distese di risaie, nella zona sono emersi aratri (shili) e strumenti di lavoro in pietra (shiben), e nelle tombe reali pietre levigate con cavità circolari (shiyue) inserite in scettri di legno, simboli di potere, frammenti di terrecotte nere con decorazione a intarsio e di terrecotte con decorazione a linee rosse e resti di contenitori da vino di lacca. Ma il vero tesoro della cultura di Liangzhu sono gli yucong, tubi rituali di giada a forma di cubo dotati di una cavità centrale rotonda, decorati a incisione agli angoli con la tipica figura della “divinità dal viso animale”. Si tratta di una figura umana che in capo porta una corona di lunghe penne di uccello, da cui si evince che gli abitanti di Liangzhu potrebbero essere gli uomini-uccello citati negli antichi testi cinesi. La figura regge tra le mani il muso di una fiera con grandi occhi e naso e bocca prominenti. Ritrovati in tombe reali, gli yucong erano simboli del massimo potere. Le tombe dei nobili e dei popolani presentano corredi funebri del tutto diversi, una prova della complessa struttura sociale dell’epoca.
La visita a Liangzhu inizia dall’imponente museo, situato ad alcuni chilometri di distanza dal sito vero e proprio: qui, tra spettacolari distese di canne palustri, risaie e stagni, si possono ammirare le aree destinate alle attività artigianali, le necropoli e l’altura dei palazzi reali, da cui la vista spazia in lontananza. Proprio su questa altura il 15 giugno 2023 è stata accesa la fiaccola della XIX edizione dei Giochi Asiatici di Hangzhou.
La cultura di Liangzhu venne meno verso il 2300 a.C., probabilmente a causa delle alluvioni che colpirono le zone costiere, i bassifondi e le pianure dell’intera Cina.
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