Il concetto di “Via della seta” fu coniato dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen. Questa strada era come una barca su un mare sabbioso, che collegava l’Oriente e l’Occidente. Per oltre un millennio, molti mercanti, missionari e diplomatici hanno utilizzato la Via della Seta per i loro viaggi attraverso il continente eurasiatico. Le tracce di queste interazioni sono fissate su preziosi manufatti.
La palma da dattero è un albero da frutto molto diffuso in Asia occidentale. L’uso del motivo a forma di dattero applicato sugli oggetti da fornace di Changsha evidenziava lo stile esotico della porcellana da esportazione di tale fornace.
Questo vaso in ceramica fu prodotto nella fornace di Dehua, nel Fujian. Si diceva in passato che il vaso fosse stato portato a Venezia da Marco Polo, in realtà fu probabilmente riportato da Costantinopoli da alcuni veneziani durante la Terza Crociata.
Le decorazioni in bianco e blu della dinastia Yuan sono un tipico esempio di porcellane cinesi, che venivano portate in Europa dai mercanti che percorrevano la Via della Seta. Questo vaso di ceramica imita chiaramente la porcellana bianca e blu cinese. Sul fondo è raffigurata la cupola del Duomo di Firenze del Brunelleschi con le iniziali “F” del Granduca Francesco.
Si presume che questo contagocce in vetro a forma di anatra sia stato prodotto in una zona della fascia costiera tra l’attuale Siria e il Mediterraneo durante l’Impero Romano, e che sia stata successivamente portata nello Regno Yan Settentrionale, passando attraverso il Khaganato di Rouran.
Si tratta di un importante manufatto romano rinvenuto lungo la Via della Seta in Cina. Sull’anello che circonda il centro del piatto sono scolpite in rilievo le teste delle dodici divinità greche dell’Olimpo, con un animale a sinistra di ciascuna testa. Al centro del piatto si trova invece un motivo in altorilievo di una pantera appoggiata e di un dio del vino con uno scettro.
La brocca in argento dorato era originariamente un recipiente per bere della dinastia persiana. Questo vaso d’argento proveniva dall’Impero romano ed entrò in Cina lungo la Via della Seta all’inizio del IV secolo d.C.
Storicamente, Guyuan era l’intersezione tra la cultura agricola delle pianure centrali e la cultura nomade del nord, ed era anche la porta d’accesso dal Guanzhong alle regioni occidentali dell’Occidente. Dagli anni ’80, una serie di scavi archeologici relativi alle dinastie del Nord e alle dinastie Sui e Tang, ha portato alla luce un gran numero di reperti culturali che riflettono la Via della Seta, registrando questa storia preziosa.
Questa coppa fu un dono di un qualche paese dell’Asia centrale o occidentale durante la dinastia Tang, ed è l’unica opera in giada della Dinastia Tang intagliata in accordo con la sua colorazione naturale. La sua squisita fattura stupisce chiunque la veda, ed è anche un’importante testimonianza degli scambi culturali tra la dinastia Tang e i Paesi delle regioni occidentali del mondo.
È stata riportata alla luce nel 1964 dalla tomba dell’eunuco Wei Juan della Dinastia Ming. Si tratta di un “Grosso” d’argento emesso dalla Repubblica di Venezia nel XV secolo e coniato dal Doge della Repubblica di Venezia, Pasquale Malipier. I “Grossi” d’argento coniati in tale periodo sono molto rari. Si dice che ne siano rimasti solo due, uno in Cina e l’altro a Venezia.
Fa parte di un polittico di Giotto. Santo Stefano indossa un paramento a pannelli con una decorazione quadrata sul petto, simile alle “toppe” indicanti il rango che si trovano sugli antichi abiti cinesi, forse influenzata dalle mode orientali.
Clicca QUI per saperne di più
Leggi l'articolo originale su TPI.it