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Salone Internazionale del Libro di Torino: la celebrazione della creatività in tutte le sue sfumature

Di Ludovica Valentino
Pubblicato il 17 Mag. 2024 alle 16:17 Aggiornato il 17 Mag. 2024 alle 16:19

La 36a edizione del Salone Internazionale del Libro ha da poco chiuso i battenti, consolidando la sua fama di appuntamento imperdibile che annualmente attira a Torino una entusiasta comunità di lettrici e lettori di ogni età, offrendo l’occasione di incontrare autrici e autori italiani e internazionali, scoprendo novità editoriali e case editrici presenti.

Il tema della di questa edizione – “Vita immaginaria”, un omaggio all’opera di Natalia Ginzburg a cinquant’anni dalla sua pubblicazione per Mondadori – ha voluto offrire una riflessione profonda sul potere delle narrazioni, intese come un territorio sorprendente e misterioso, in grado di generare un patrimonio immaginifico e concreto di infinite possibilità. La nuova direttrice, Annalena Benini, lo ha presentato come un elogio alla creatività, esaltando la potenza delle storie come luoghi immaginari, capaci di trasportarci nell’inatteso e nel meraviglioso che tanto amiamo nelle opere letterarie.

Questa edizione ha voluto celebrare la creatività in tutte le sue sfumature, riconoscendo il suo carattere geniale, malinconico, fiducioso e sempre innovativo nel generare mondi alternativi e nel farli intersecare, anche con la speranza che alcuni di essi possano trasformarsi in realtà per mezzo della letteratura, del cinema, dell’arte, di parole scritte e voci.

Vita immaginaria è la terza raccolta di scritti non narrativi di Natalia Ginzburg dopo Le piccole virtù (1962) e Mai devi domandarmi (1970). Questa collezione di articoli pubblicati su La Stampa e Corriere della sera tra il 1969 e il 1974, spazia dall’attualità alla politica, dal mondo editoriale al cinema, mantenendo sempre il punto di vista brillante e originale dell’autrice. Al suo interno troviamo spunti sulla condizione femminile, sulla fragilità della democrazia, sulla bellezza scostante di Roma, riflessioni estremamente attuali su Israele, e molto altro. In chiusura, poi, un intervento inedito dal sapore autobiografico, dedicato appunto alla curiosa scoperta della vita immaginaria, il motore della nostra creatività, costituisce un epilogo incantevole ed edificante.

Sono stati 222.000 i visitatori registrati che hanno contribuito a creare un’atmosfera di festosità e partecipazione: sale piene e incontri sold-out, un bilancio certamente positivo per questo anno. Il sabato si è riconfermato come il giorno con più affluenze, secondo il venerdì.

Un pubblico eterogeneo e caloroso per cinque giorni ha popolato sale e stand, attendendo con pazienza di incontrare le autrici e gli autori e di tornare a casa con un autografo o dedica. Tra gli eventi per i quali è stata registrata maggiore affluenza possiamo sicuramente segnalare: Alessandro Barbero, Naoise Dolan, James Ellroy, Antoine Gallimard, Abdulrazak Gurnah, Felicia Kingsley, Jeff Kinney, Gianni Morandi, Guadalupe Nettel, Eshkol Nevo, David Nicholls, Amélie e Juliette Nothomb, Orhan Pamuk, Rokia, Alexandra Lapierre, Salman Rushdie, Murata Sayaka, Roberto Saviano, Ben Smith, Paolo Sorrentino, Elizabeth Strout, Camila Sosa Villada, Don Winslow, Zerocalcare.

In totale sono stati quasi duemila gli eventi, organizzati negli spazi delle oltre cinquanta sale distribuite nei padiglioni 1, 2, 3 e Oval di Lingotto Fiere insieme al Centro Congressi Lingotto. A questo si è unito, per il secondo anno consecutivo, anche lo spazio Pista 500, progetto artistico sviluppato dalla Pinacoteca Agnelli, raggiungibile tramite un percorso sulla storica rampa che conduce direttamente sul tetto dell’edificio Lingotto, dove era possibile osservare alcune installazioni artistiche. A questi spazi, per il primo anno si è aggiunto il padiglione 4 – l’Arena Bookstock – che con i suoi circa 5.000 metri quadrati rappresenta un nuovo ambiente temporaneo, pensato per offrire opportunità di formazione, sperimentazione e scambio tra generazioni, costruito all’esterno per migliorare la fruibilità generale del Salone.

Un sistema di incontri ricco e diversificato ha garantito occasioni di confronto stimolanti e arricchenti, alle quali il pubblico ha risposto con grande interesse. Tra le novità di questa edizione, spiccano anche le sette sezioni tematiche che hanno ampliato la programmazione generale del Salone. Ogni sezione, curata da esperti nel settore, ha offerto incontri dedicati e ospiti di rilievo. Dal Romanzo, insieme Alessandro Piperno all’Arte a cura di Melania G. Mazzucco, passando per la sezione Cinema insieme a Francesco Piccolo e Leggerezza con Luciana Littizzetto. E poi ancora l’Editoria a cura di Teresa Cremisi, l’Informazione di Francesco Costa e infine il Romance con Erin Doom, autrice del Fabbricante di lacrime, il libro che ha registrato più vendite nel 2022.

Quest’ultima sezione, anch’essa nata dall’assunto secondo il quale è proprio la pluralità delle idee a rappresentare il punto di partenza del lavoro culturale, rappresenta un’intuizione della nuova direttrice, che, al di là di possibili snobismi intellettuali, ha voluto riconoscere questo fenomeno come l’espressione di una spinta esplorativa verso la profondità delle emozioni umane, dando grande rilievo ai sentimenti, alle passioni, alle esperienze personali e all’espressione individuale.

E se l’anno scorso, sotto la direzione di Nicola Lagioia, la contestazione di alcune attiviste di Non una di meno e Exctiontion rebel venne mossa contro la Ministra Roccella nel corso della presentazione del suo libro Una famiglia radicale, quest’anno la tensione è scaturita dalla manifestazione a favore della Palestina che ha tentato l’accesso venendo bloccata dalla polizia ai cancelli. L’episodio ha portato alla chiusura per solidarietà di alcuni stand e il fumettista Zerocalcare ha raggiunto all’esterno il gruppo, dimostrando il suo appoggio e sottolineando come uno spazio dedicato al dialogo culturale e all’attualità non possa chiudere gli occhi e comprendendo come le persone vogliano portare questi temi e contenuti all’interno. Più tardi, nel corso della serata, una piccola delegazione è stata fatta entrare insieme al fumettista, mentre fuori dai cancelli i manifestanti hanno dichiarato che le proteste continueranno nei giorni a venire, soprattutto all’interno delle università. La direttrice ha commentato l’accaduto, sottolineando la volontà di concepire il Salone come luogo di incontro nel quale dare parola a tutte e tutti, cercando di favorire il dialogo e offrendo uno spazio pacifico di espressione anche in caso di contestazioni.

“Ma che bel Salone. È stato meraviglioso. Abbiamo reso reale quello che immaginavamo, che ciascuno di noi desiderava intorno al libro, alla letteratura, alle nostre vite immaginarie”, ha commentato Benini alla conferenza stampa di chiusura. Percorrendo gli spazi affollati, in effetti è apparso evidente come i visitatori abbiano accolto il suo invito a percepire la manifestazione come una festa, seguendo il proprio desiderio, istinto e gusto. La folla multiforme è apparsa interessata e desiderosa di assistere a incontri e attività, curiosa di avvicinarsi a nuove scoperte, diventando parte attiva di una manifestazione dal carattere sicuramente plurale.

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