Salone del libro 2019 Chiara Giannini – Ancora polemiche al Salone del Libro di Torino. Lo stand della casa editrice vicina a CasaPound Altaforte è stato escluso dall’appuntamento torinese, ma la questione continua a far discutere. [Qui l’articolo sulle polemiche al Salone]
Ad entrare a gamba tesa nella discussione è Chiara Giannini, la giornalista autrice del libro-intervista a Matteo Salvini, “Io sono Matteo Salvini. Intervista specchio”, edita proprio da Altaforte.
“Oggi ho inviato una diffida al Salone del Libro. Ho dato anche mandato ai miei avvocati per intentare una causa civile nei confronti del Salone del Libro, chiedendo opportuno risarcimento per danno di immagine nei miei confronti”, ha riferito l’autrice del libro ai microfoni di Sky TG24.
“Stanno accostando la mia immagine al fascismo. Io sono quanto di più lontano esista del fascismo, quindi tutti coloro che accosteranno il mio libro al fascismo saranno querelati”, ha aggiunto ancora Giannini.
Anche il vicepremier leghista è intervenuto sulla questione della casa editrice vicina a CasaPound, con cui la Giannini ha pubblicato il libro che lo vede protagonista. Ospite della trasmissione di La7 Otto e mezzo, Matteo Salvini ha risposto alle domande della padrona di casa Lilli Gruber affermando di non sapere chi fosse l’editore del libro.
“Io ho fatto un’intervista con una giornalista, questi della casa editrice non li conosco, non li ho mai incontrati, io non prendo un euro. Ma chi lo conosce Francesco Polacchi?”, ha detto il vicepremier della Lega.
“Ma perché dobbiamo fare la censura preventiva? Questa presunta superiorità culturale della sinistra che non esiste, chi l’ha detto che solo la sinistra può fare cultura?”, ha aggiunto ancora il vicepremier in trasmissione.
Saputo dell’esclusione della casa editrice Altaforte dalla manifestazione di Torino, Salvini ha attaccato gli organizzatori della kermesse. “Siamo nel 2019 alla censura dei libri in base alle idee, al rogo dei libri che non ha mai portato fortuna in passato”, ha detto il ministro dell’Interno.
Il vicepremier ha criticato “la minoranza di sinistra che si arroga il diritto di decidere chi può fare musica, chi può fare teatro, chi può pubblicare libri. Alle idee si risponde con altre idee, non con la censura. Alla faccia dei compagni e dei democratici, che decidono chi può andare al Salone del Libro e chi non ha diritto ad andarci”.
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