Il Salone del Libro 2019 è al centro di forti polemiche per la presenza dello stand di Altaforte, casa editrice vicina a Casapound. Alcuni intellettuali hanno annunciato che non boicotteranno la rassegna per evitare di accostare il proprio nome a quello di una casa editrice considerata fascista.
Tra gli altri, hanno annunciato che non parteciperanno al Salone del Libro il fumettista Zerocalcare, la scrittrice Michela Murgia, il collettivo Wu Ming e ferma condanna è arrivata dall’Anpi, l’associazione nazionale partigiani.
Altaforte, che ha recentemente pubblicato il libro-intervista del leader del vicepremier leghista, Matteo Salvini, ha risposto alle polemiche che l’hanno investita. A parlare è stato il fondatore della casa editrice, Francesco Polacchi.
“Eravamo pronti alle polemiche, ma non a questo livello allucinante di cattiverie”, osserva il numero uno di Altaforte. “C’è addirittura chi sui social ha scritto che verrà a Torino per tirarci le molotov…”.
Come già detto qualche giorno fa in una intervista, Polacchi si autodefinisce fascista. “Io sono fascista. L’antifascismo è il vero male di questo Paese”, dice.
Polacchi, 33 anni, romano, è un’attivista di Casapound ed è titolare anche del marchio di moda Pivert, lo stesso della giacca indossata da Matteo Salvini allo stadio un anno fa, che suscitò una serie di polemiche.