Salone del Libro 2019 Altaforte esclusa | Casa editrice CasaPound | Torino
SALONE DEL LIBRO 2019 ALTAFORTE ESCLUSA – Dopo tutte le polemiche degli ultimi giorni, alla fine la Città di Torino e la Regione Piemonte hanno chiesto agli organizzatori del Salone del Libro di Torino di rescindere il contratto che lega alla fiera la casa editrice AltaForte, vicina agli ambienti di CasaPound.
“È necessario – hanno affermato le due istituzioni, che sono soci dell’evento – tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone”.
Il Comune e la Regione hanno inoltre aggiunto che la polemica su AltaForte “rende impossibile lo svolgimento della prevista lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti”, e “le forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di AltaForte”.
Quella di oggi infatti è stata una giornata di trattative, dopo la decisione di Halina Birennaum, testimone dell’Olocausto invitata dal Salone del Libro a tenere una lezione agli studenti, di non entrare al Lingotto. Così alla fine Comune e Regione hanno deciso di chiedere l’esclusione di AltaForte.
Salone del Libro 2019 Altaforte esclusa | La risposta degli organizzatori
Se la richiesta di Comune e Regione verrà accolta, dal 9 al 13 maggio AltaForte non potrà avere uno stand al Salone del Libro.
E in effetti tutto sembra andare in questa direzione. In serata, infatti, è arrivata anche la risposta del presidente dell’associazione “Torino. La città del libro”, che si è aggiudicata il marchio del Salone Internazionale del Libro e si è occupata dall’organizzazione della kermesse.
“Di fronte alla decisione della Città di Torino e della Regione Piemonte – ha detto il presidente Silvio Viale – che è un atto politico, noi come organizzatori non possiamo che adeguarci”.
Salone del Libro 2019 Altaforte esclusa | La replica della casa editrice
Non si è fatta attendere la replica della casa editrice, che ha anche recentemente ha pubblicato un libro-intervista a Matteo Salvini scritto dalla giornalista Chiara Giannini, intitolato Io sono Matteo Salvini: intervista allo specchio.
“È una richiesta assurda – ha spiegato Francesco Polacchi, editore e fondatore di AltaForte (che in un’intervista a Un giorno da Pecora su Radio 1 ha dichiarato: “Io sono fascista sì, e lo sono nell’unico senso possibile”) – abbiamo pagato lo stand e siamo giustamente al Salone del Libro. Se dovessero rescindere il contratto, faremo causa. E, ovviamente, la vinceremo. Non so perché è stata fatta questa richiesta. Non siamo né razzisti né antisemiti e vogliamo confrontarci con gli altri”.
Salone del Libro 2019 Altaforte esclusa | Le parole di Chiamparino
È arrivato anche il commento del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino: “Pensiamo che il Salone del Libro debba mandare messaggi coerenti con la sua storia, che è quella della Città di Torino e della Regione Piemonte”.
“Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio – ha aggiunto Chiamparino – per trovare una mediazione, ma non è stato possibile, e io aggiungo comprensibilmente, per cui abbiamo preso l’unica decisione in linea con la trazione e i valori di Torino e del Piemonte”. Una “scelta politica”, dunque, come spiegato dallo stesso presidente, che si è detto pronto a sostenere una possibile causa intentata dalla casa editrice.
Salone del Libro 2019 Altaforte esclusa | Le polemiche
Nei giorni scorsi, diversi intellettuali e ospiti del Salone del Libro avevano rinunciato a partecipare a causa della presenza di AltaForte. Tra questi, aveva fatto molto discutere la rinuncia del fumettista Zerocalcare. Prima di lui, anche il collettivo di giornalisti Wu Ming e lo storico e saggista Carlo Ginzburg avevano annunciato la loro intenzione di non recarsi a Torino.
Alle polemiche, AltaForte aveva risposto spiegando che “il vero male è l’antifascismo“.
Dopo l’annuncio dell’esclusione della casa editrice, Nicola Lagioia (il direttore del Salone) ha annunciato la speranza che gli autori che avevano rinunciato ad andare alla kermesse adesso si ricredano: “Ho chiamato Carlo Ginzburg e ZeroCalcare per dir loro di preparare le valigie e venire a Torino”, ha detto Lagioia.
Francesco Polacchi, fondatore di AltaForte, è stato anche iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Torino per apologia di fascismo.
In questi giorni è emerso anche il punto di vista del Movimento Cinque Stelle, alleato di governo di Matteo Salvini. “Il Salone deve essere lo spazio dove celebreremo la tolleranza e la resistenza alle derive neofasciste e autoritarie – ha dichiarato la capogruppo M5S al Comune di Torino, Valentina Sganga -, il momento pubblico dove dare battaglia con la forza delle parole e argomentazioni. Ma può esserlo a una sola condizione: l’esclusione di Altaforte e di Polacchi”.
Con la richiesta del Comune e della Regione, l’auspicio del M5s sembra essere divenuto realtà.
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