Ogni anno ad aprile la Columbia University di New York assegna il Premio Pulitzer, la più importante onorificenza nell’ambito del giornalismo, ma non solo.
Il premio infatti si divide in 21 categorie: 13 per la sezione “Giornalismo” e 8 in quella di “Arti e lettere”.
La giuria seleziona tre candidati per ogni sezione e ne stabilisce i vincitori: ad essere premiata può essere una persona singola, una redazione o un gruppo di lavoro.
I riconoscimenti per la sezione giornalistica possono essere assegnati a cittadini di qualsiasi nazionalità, ma il loro lavoro deve essere stato pubblicato in un giornale, rivista o sito statunitense. I riconoscimenti nei campi delle arti e della letteratura, invece, possono essere vinti solo da cittadini statunitensi.
Il premio è un assegno di 10mila dollari, pari a circa 8mila euro, e un attestato di riconoscimento.
Per la categoria Public service, che rientra nella sezione “Giornalismo”, a vincere solo le redazioni e non il singolo giornalista, che può comunque essere nominato nella citazione.
Premio Pulitzer | La storia
Il Premio Pulitzer prende il nome da Joseph Pulitzer, giornalista ed editore di origini ungheresi emigrato negli Stati Uniti vissuto tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
Nel 1892 Pulitzer propose alla Columbia University di New York di istituire una scuola di giornalismo, che sarebbe stata la prima al mondo, e si offrì di finanziarla. Il progetto però vide la luce solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1911. Nel suo testamento Pulitzer lasciò 2 milioni di dollari in eredità alla Columbia.
La prima edizione del Premio risale a 1917 e nel 2010 per la prima volta l’onorificenza è stata assegnata per la prima volta a un sito web, ProPublica.org per un’inchiesta sullo stato degli ospedali americani dopo il passaggio dell’uragano Katrina.
Leggi l'articolo originale su TPI.it