Pandemia, teatri chiusi, Boris 4, Franco Battiato: parla Ninni Bruschetta | VIDEO
“In Italia non c’è una disattenzione nei confronti della cultura, c’è un progetto occulto contro la cultura. Il potere nella declinazione che noi conosciamo, che è il dominio, viene esercitato meglio senza l’arte e il teatro, perché costringono le persone a pensare in un modo diverso, spostarsi in un’altra condizione spazio temporale in cui i messaggi importanti, la morale, il senso della vita, arrivano più direttamente. Purtroppo il potere ha usufruito di questo blocco in modo positivo per lui e negativo per noi”: questa la riflessione di Ninni Bruschetta sul mondo del teatro colpito dalla pandemia condivisa con TPI a margine delle prove dello spettacolo teatrale “Pandemia” che andrà in scena giovedì 20 e venerdì 21 maggio nel Ridotto del Teatro Comunale de L’Aquila, per la regia di Giuseppe Dipasquale, e che lo vede protagonista insieme all’attrice Federica De Benedittis e con la partecipazione di Roberto Lipari.
La pièce teatrale è una riflessione amara, dissacrante e surreale sull’anno appena trascorso attraverso il racconto di una coppia chiusa in casa che assiste dalla finestra all’evolversi del contagio, tra morti che bussano alla porta e teorie del complotto trasmesse in tv, e una delle prime rappresentazioni del lockdown e dell’emergenza sanitaria ad andare in scena dopo i mesi burrascosi che hanno colpito l’Italia e il mondo. Lontano dal palco, l’attore si mostra indulgente nei confronti delle scelte del governo che hanno “aggredito la vita sociale” tenendo chiusi i teatri “simbolo dell’incontro”, e che agli occhi dei cittadini sono state prese spesso in modo approssimativo, nello stile “all’italiana” del personaggio per cui Bruschetta è più celebre, il direttore della fotografia della serie cult Boris, Duccio Patané.
“Apri tutto, chiudi tutto, mi arrivavano le gif con la mia faccia su quella di Conte, ma ho una giustificazione umana su entrambi i governi: si sono trovati costretti a lavorare per il popolo molto più degli altri”, afferma Bruschetta nella video intervista. E infine racconta Franco Battiato. Il cantautore scomparso martedì 18 maggio all’età di 76 anni, suo conterraneo, aveva curato la prefazione del primo libro di Bruschetta, Il mestiere dell’attore, pubblicato nel 2010 da Bompiani, e lo aveva diretto nel suo primo film da regista, Perdutoamor, del 2013. Proprio a quella pellicola è legato uno dei ricordi più belli che l’attore conserva di Battiato. “Aveva una magia dentro, aveva anche una spiritualità non indifferente”, dice Bruschetta.
“Nel corso del film c’era una scena notturna che aveva deciso si dovesse fare quel giorno lì. Io ero in difficoltà perché stavo lavorando ad Ancona e dovevo andare a Catania solo per un giorno. Quando ho visto le previsioni del tempo e che l’aeroporto era chiuso, ho insistito per non girare la scena. Ma per Franco si doveva fare quel giorno. Ho fatto un viaggio drammatico, sulla Messina Catania non si vedeva nulla per quanto pioveva. Sono arrivato in albergo alle otto, il tempo di entrare, salire ed entrare incamera e il cielo si è aperto completamente, è venuta fuori una luna che sembrava un faro, abbiamo girato una scena sul mare perfetta, sulla barca. Ho detto a Franco: ‘Hai visto che luna che è uscita’”. Lui mi ha guardato e ha detto: io lo sapevo”.
Sulla nuova stagione di Boris, l’artista dice di non potersi sbilanciare, ma assicura: “Sono consapevole del fatto che Duccio è una cattiva persona, quindi sicuramente ha fatto qualcosa di brutto in questi anni, vedremo”.
*Riprese a cura di Andrea Bancone