“Take Me (I’m Yours) si proponeva di rompere un tabù: la convenzione che impone di non toccare nulla in un museo perché l’opera è sacra” così Christian Boltanski, uno degli artisti ideatori della mostra, racconta l’origine del progetto espositivo.
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L’idea nasce negli anni Novanta a seguito dello scambio tra il curatore Hans Ulrich Orbist e Boltanski e dal 2015 si è spostata tra Parigi, Copenhagen, New York e Buenos Aires.
La mostra collettiva arriva nel novembre 2017 alla fondazione Pirelli HangarBicocca di Milano e domenica 14 gennaio, dalle 11 alle 20, vede un grande evento di finissage con conversazioni, musica e performance dedicate.
Al Pirelli HangarBicocca il visitatore entra in uno spazio con circa cinquanta opere: pile di vestiti di seconda mano, decine di biscotti della fortuna, centinaia di caramelle, giornali da strappare, spille da collezionare e una stampante per creare un souvenir di qualsiasi parte del proprio corpo.
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Queste sono solo alcune delle produzioni che, con l’acquisto di una borsa di carta per 10 euro marcata “Dispersion”, si possono raccogliere e portare a casa.
Ogni oggetto, oltre ad essere collezionabile, ha una storia e un significato. La spilla azzurra di Annette Messager mette in discussione il ruolo della donna in modo ironico: il disegno di un utero che mostra il dito medio e la scritta “A mio desiderio” ricordano al visitatore che, nonostante possa prendere liberamente la spilla, questa rivendica il diritto di negarsi.
Tutte le produzioni ruotano attorno al concetto di dono e condivisione “Oggi c’è un livello di condivisione che non esisteva vent’anni fa. Se posto una foto su Facebook, la metto a disposizione di chiunque” afferma Boltanski.
Il concetto di dono non è solo materiale, riguarda anche momenti da vivere in prima persona e condividere: l’opera di Anri Sala “Instructions” consiste in una serie di indicazioni, tra cui il biglietto da visita di un tassista, per vivere in futuro l’esperienza di una corsa in taxi a Francoforte a contatto con persone e luoghi indicati dall’artista.
Nel concetto della mostra ogni opera è destinata alla dispersione venendo lentamente smantellata dai visitatori e poi portata in giro per la città.
Ogni nuova esposizione comprende progetti storici, presenti dalla prima mostra del 1995, e nuove idee sempre diverse, legate ai temi della società contemporanea.
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