Ridere è la migliore medicina, ma anche la cultura può far miracoli in fatto di salute. Questo il concetto alla base di una nuova inziativa a Montreal, nel sud del Canada, dove i medici da oggi potranno prescrivere visite gratuite nei musei ai pazienti che presentano una serie di disturbi, dal diabete alle malattie croniche, passando per la depressione.
“Nel XXI secolo, la cultura sarà ciò che l’attività fisica è stata per la salute nel ventesimo secolo”, afferma Nathalie Bondil, direttore generale del Museo delle Belle Arti di Montreal.
L’ente è già focalizzato sul connubio tra arte e benessere e ha dato vita a The Art Hive, una studio supervisionato da un terapeuta artistico, dove i visitatori possono creare un programma che promuove il benessere attraverso l’arte, oltre ad avviare collaborazioni di ricerca con i medici sui benefici per la salute delle visite nei musei.
L’ente ha unito le forze con un’associazione di medici di Montrea, per consentire ai medici membri di “prescrivere l’arte”. Hélène Boyer, vice presidente dell’associazione medica, ha spiegato: “Ci sono sempre più prove scientifiche sull’arte come terapia. L’arte infatti aumenta il nostro livello di cortisolo e il nostro livello di serotonina. Noi secerniamo ormoni quando visitiamo un museo e questi ormoni sono responsabili del nostro benessere”.
Il dottore mette in risalto come l’arte abbia un effetto positivo simile all’esercizio fisico: “Fin dagli anni ’80 abbiamo prescritto esercizi per i nostri pazienti, proprio perché sappiamo che l’esercizio fisico aumenta esattamente gli stessi ormoni”.
In considerazione di ciò, la dottoressa crede che le visite ai musei possano migliorare il benessere dei pazienti di tutte le età e offrire un’alternativa alla prescrizione di attività fisica per coloro per i quali l’esercizio potrebbe risultare rischioso, come gli anziani.
Boyer sottolinea inoltre che l’arte può aiutare coloro che soffrono sia di malattie fisiche che mentali. “Le persone tendono a pensare che i benefici siano solo per problemi di salute mentale. Che sia per le persone depresse o che hanno problemi psicologici. Ma non è questo il caso”, ha detto Boyer.
Il museo consentirà ai medici di prescrivere 50 visite gratuite all’anno per un paziente e personale sanitario. Ogni prescrizione consentirà l’ingresso per un massimo di due adulti e due bambini di età pari o inferiore a 17 anni.
In questo modo, le “prescrizione culturali” possono essere terapeutiche non solo per chi soffre già di qualche malattia, ma anche in misura preventiva per le persone che accompagnano i pazienti.
Negli Stati Uniti, il National Endowment for the Arts ha lavorato con gli operatori sanitari per oltre un decennio per promuovere l’integrazione della cultura nel processo di guarigione. Molti ospedali infatti riconoscono i suoi effetti benefici.
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