Chi era Luis Sepulveda, l’autore che ha fatto sognare il mondo con la storia de La gabbianella e il gatto
“Prometti che non mangerai l’uovo» stridette aprendo gli occhi. «Prometto che non mi mangerò l’uovo» ripetè Zorba. «Promettimi che ne avrai cura finché non sarà nato il piccolo» stridette sollevando il capo. «Prometto che avrò cura dell’uovo finché non sarà nato il piccolo». «E prometti che gli insegnerai a volare» stridette guardando fisso negli occhi il gatto. Allora Zorba si rese conto che quella sfortunata gabbiana non solo delirava, ma era completamente pazza. «Prometto che gli insegnerò a volare. E ora riposa, io vado in cerca di aiuto» miagolò Zorba balzando direttamente sul tetto”. Luis Sepulveda era un autore stimato in tutto il mondo, ha conquistato la letteratura con la sua preziosissima “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, il cui insegnamento più importante era “aiutare chi è in difficoltà”.
Una voce importante, quella di Sepulveda, in grado di unire la sua America latina all’Europa dove si era rifugiato. Si è spento a 70 anni a causa del Coronavirus, ma la sua eredità letteraria non verrà dimenticata. Potremmo definire Sepulveda un perfetto cantastorie prima ancora che uno scrittore, aveva un debole per le favole ed è con quella della Gabbianella e il gatto che è entrato nel cuore di tanti. Il titolo completo è Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, pubblicato nel 1996, ma non è stata quella la sua prima opera.
Nel 1989, Sepulveda arrivava in libreria con “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, un romanzo (dedicato a Chico Mendes) che in Italia riempì gli scaffali soltanto qualche anno dopo (1993) e che lo lanciò ben presto nel panorama letterario, dando un assaggio ai lettori del suo animo avventuriero.
Il percorso privato e creativo di Sepulveda andava di pari passo. Nel 1977, fu espulso dal Cile dopo aver passato due anni in prigione e si era unito a una missione dell’Unesco per studiare l’impatto della civiltà sulle popolazioni native. Da lì, nacque una storia sospesa tra due mondi. Da quel momento, parole e immaginazione dell’autore cileno hanno riempito romanzi, raccolte di racconti, libri di viaggio. Il secondo romanzo, Il mondo alla fine del mondo, mise in evidenza il suo animo ecologista, raccontando di navi-fabbrica che trascinavano balene a bordo e si trasformavano in mattatoi; fu pubblicato anche nel 1989.
Le opere di Sepulveda, un autore che sapeva stare nella finzione e nella realtà in perfetta armonia: le opere
A seguire, Sepulveda pubblicò “Un nome da torero” e “La frontiera scomparsa” nel 1994, “Patagonia express. Appunti dal sud del mondo” nel 1995 e poi fu il momento della “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” nel 1996. Tra le altre opere di Sepulveda possiamo ricordare “Diario di un killer sentimentale”, “Incontro d’amore in un paese di guerra”, “Jacaré – Hot Line”, “Le rose di Atacama”, “La Lampada di Aladino”, “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” e “Ingredienti per una vita di formidabili passioni”. Una delle sue ultime opere di fantasia è la “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”. Dalle sue opere sono state tratte anche delle trasposizioni cinematografiche: è il caso del film d’animazione “La gabbianella e il gatto” del 1998 e il film de “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” nel 2001.
Luis Sepulveda si è spento a causa del Coronavirus, ma tante generazioni porteranno nel cuore un insegnamento dall’inestimabile valore: “Riesce a volare soltanto chi osa farlo”.
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