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La particolare raffinatezza del ricamo cinese

Il ricamo è uno dei numerosi elementi tradizionali cinesi con ago e filo i ricamatori esprimono i propri sentimenti. Forse è proprio per questo fascino insito di emozioni che la lunga storia della cultura del ricamo continua a essere incorporata e rinnovata dai designer internazionali nelle loro creazioni

Di Bai Yang
Pubblicato il 23 Gen. 2024 alle 11:47

Esiste una particolare raffinatezza chiamata ricamo cinese. Il ricamo cinese, con migliaia di punti e fili, si trasforma in pitture meravigliose. L’espressione “la più raffinata fattura” sembra essere stata creata appositamente per questo mestiere. L’arte del ricamo si sviluppò gradualmente con l’uso della seta, per affermarsi progressivamente con la produzione di tessuti in seta. Secondo lo Shangshu (Libro dei Canti), le regole dell’abbigliamento di tremila anni fa stabilivano che “i vestiti dovessero essere decorati con pitture e ricami”. Si può dire che il ricamo è la storia d’amore della nazione cinese che attraversa tremila anni.

Il ricamo cinese si sviluppò durante le dinastie Xia, Shang, Qin e Han. I primi reperti ritrovati mostrano che i ricami risalenti alla dinastia Zhou avevano una lavorazione ancora semplice, mentre durante il periodo degli Stati Combattenti, quest’arte si raffinò gradualmente. Con la dinastia Han, il ricamo iniziò a mostrare la sua bellezza artistica. Dai reperti storici portati alla luce si evince che il ricamo Han, anche grazie alle sue più belle scene paesaggistiche, acquistò raffinatezza.

Sotto le dinastie Ming e Qing, il ricamo imperiale si sviluppò su larga scala, mentre il ricamo popolare si arricchì, consolidando le quattro scuole principali: il ricamo Su (di Suzhou, Jiangsu), il ricamo Xiang (di Changsha, Hunan), il ricamo Shu (di Chengdu, Sichuan) e il ricamo Yue (di Chaozhou, Guangdong). Anche il ricamo Bian è famoso. Risale alla dinastia Song; per questo motivo, è chiamato anche ricamo Song. Scopriamo di seguito il fascino del ricamo cinese e il sentimento dei ricamatori con una storia sul modello Bian. I fili di seta che durano da 800 anni Wang Suhua, di 88 anni, è un’erede del ricamo Bian.

L’inizio del lavoro in una fabbrica del ricamo Bian di Kaifeng, provincia dello Hebei, avvenuto nel 1957, ha segnato il suo profondo destino con il ricamo, durato 66 anni. Quando l’ho incontrata a casa sua stava cercando di servirsi del ricamo Bian per restaurare una scena di Qianli Jiangshan Tu (Panorama di fiumi e montagne), un capolavoro del pittore Wang Ximeng della Dinastia Song (960-1279). Seta bianca come la neve, fili colorati e aghi d’argento volavano nelle mani abili di Wang Suhua. Sotto i polpastrelli danzanti di Wang Suhua, sul broccato emergono disegni intricati di fiori, uccelli, pesci, insetti e vasti paesaggi di montagne e fiumi. Il ricamo Bian, nato a Kaifeng, nella provincia dello Henan, vanta una lunga storia di oltre 800 anni. Durante il regno dell’imperatore Huizong della dinastia Song, noto per essere un debole sovrano ma un eccellente artista, l’istituto del ricamo Bian aprì un dipartimento specializzato nella creazione artistica di paesaggi, edifici, figure, fiori e uccelli nelle opere Bian. Vennero costituiti anche i corrispondenti settori di produzione, formazione e gestione, che portarono il ricamo Bian alla maturità.

La realizzazione di un ricamo Bian richiede una dozzina di passaggi, tra cui la selezione dei materiali, l’intelaiatura, la stiratura, l’abbinamento dei fili, il ricamo e la rifinitura. “Per quanto riguarda la selezione dei materiali, è necessario scegliere i colori e le specifiche del tessuto di raso in base al disegno del ricamo e non può comparire neanche il seppur minimo difetto”, ha detto Wang Suhua. Ogni fase deve essere eseguita in modo meticoloso e perfetto, il che richiede anni di esperienza. Anno dopo anno, grazie all’impegno di diverse generazioni, i ricamatori locali hanno studiato oltre 30 sistemi di lavorazione del ricamo della dinastia Song, permettendo a questa antica arte di essere tramandata e sviluppata.

“Le mie aspettative di base per ogni lavoro di ricamo sono colori tenui ed eleganti, maestria squisita, stratificazione chiara e presentazione vivida e realistica”, ha detto l’autrice. Partendo da questa base, l’artista fonde le antiche tecniche di ricamo cinesi con i dipinti occidentali. Nella sua opera “Monna Lisa”, Wang Xiuhua ha presentato delicatamente il sorriso misterioso della donna, mescolando anche la propria comprensione del personaggio e la sua percezione della vita. “Con ago e filo ricamo la vita, con cuore e mente sono una brava persona.” Come le migliori ricamatrici di tutti i tempi, Wang Xiuhua non considera il ricamo solo come una tecnica semplice, ma con le sue opere riflette il suo modo di fare e il suo modo di essere. Ogni punto è impregnato delle forti emozioni. Forse proprio per questo fascino, intriso di sentimenti ed emozioni, l’antica arte del ricamo continua a essere incorporata dai designer internazionali nelle loro creazioni. La moda internazionale del ricamo cinese Durante la Milano Fashion Week 2023, si è tenuta una sfilata di moda della collezione primavera/ estate 2024 con l’arte del ricamo Yi. L’etnia Yi è la sesta minoranza etnica della Cina, con una popolazione di oltre 98 milioni di persone, principalmente distribuita nello Yunnan, nel Sichuan, nel Guizhou e nella regione autonoma del Guangxi Zhuang.

I ricami Yi sono spesso realizzati su sfondo nero con i motivi preferiti dagli Yi, come nuvole, semi, gioielli d’argento. Un patrimonio culturale immateriale che ha una storia di 1700 anni, chiamata orgogliosamente dagli Yi “l’arte sui polpastrelli, il fiore sul cuore”. Questa sfilata, con quattro abiti d’eccellenza, ha dimostrato la bellezza specifica del ricamo Yi. Zhu Weiming, responsabile della sfilata, ha detto: “Questi abiti, ispirati al ricamo Yi, integrano bene i motivi dell’etnia Yi quali tigri, semi e fiori con le buone stoffe italiane. È un grande regalo per la cultura Yi.” Il Ricamo Yi, che si è sviluppato negli ultimi mille anni, dalle montagne alle città, dalle origini ambientaliste alla trasformazione globale, presenta in modo vivido che “la culturale nazionale è anche internazionale”.

Il ricamo cinese, arte sulle dita, è da sempre il preferito della moda internazionale. Dalla sfilata Armani Privé 2015 di Parigi, a Louis Vuitton Spring/Summer 2016 Menswear Collection, Alexander McQueen Fall 2017 Ready- to-Wear Collection, Dior spettacolo 2018, Elie Saab Fall 2019 Couture Collection che eccelle negli elementi di fiori ed erbe, nonché all’evento “L’arte su ago del ricamo Shu”, organizzato congiuntamente nel 2021 nel Sichuan da Cartier e Gucci, in quasi ogni grande sfilata internazionale degli ultimi anni, si possono ammirare i ricami cinesi.

I motivi semplici o complessi sbocciano sotto le mani degli stilisti, con stili differenti, semplici e tenui, lussuosi e sofisticati, eleganti e romantici, vivaci e giocosi. Gucci è probabilmente il marchio internazionale che si integra di più con il ricamo cinese. Il suo precedente direttore creativo, Alessandro Michele, diplomato alla migliore scuola del mondo, l’Istituto del Costume di Roma, prediligeva gli elementi di ricamo. Nelle sue mani il ricamo può essere fresco, pionieristico, letterario e persino sensuale… Durante la Milano Fashion Week 2016-Collezione autunno/inverno, ha messo sul capo delle modelle cappelli a forma di tigre cinese e nel 2017 ha creato una serie di borse classiche (con motivi floreali ricamati in damasco dorato). Il ricamo cinese, un’arte antica che si è fusa con l’estetica e il design della nuova era, ha immancabilmente conferito alle fashioniste un’aria che unisce stile e classicità. Con continue esplorazioni, integrazioni e innovazioni, il ricamo cinese si è trasformato da “patrimonio” a “moda”.

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