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Io mi libro, la raccolta di frasi e dialoghi umoristici sulla società

Un estratto con alcune frasi comiche del libro di Alessandro Pagani

Di TPI
Pubblicato il 4 Lug. 2018 alle 14:07 Aggiornato il 11 Lug. 2018 alle 18:48

“Io mi libro” è una raccolta di 500 frasi e dialoghi umoristici che attraverso giochi di parole, doppi sensi e freddure, mette alla luce alcuni aspetti delle nostre consuetudini in chiave comica.

Difficile capire quali siano i veri meccanismi che originano una freddura (parola nata in Germania nel XVII secolo, deriv. da freddo, trad. motto spiritoso, o che tale vuole essere), ancora più complicato riuscire ad elaborare la battuta perfetta, quella che lascia a bocca aperta per la risata o per stupore e che rimane sospesa tra la riflessione e la complicità nella mente degli ascoltatori.

Offrire al mondo tali arguzie non è cosa da tutti i giorni, o per meglio dire lo è, perché sono proprio le fatalità del quotidiano assieme all’intuizione che predispongono al commento sarcastico, grazie alle parole che all’occorrenza giocano a nostro favore.

Sebbene addolcire la vita con un commento amaro possa sembrare un ossimoro, il senso ultimo dell’umorismo – in sintesi – è proprio questo: prendere in prestito la verità dagli argomenti di tutti i giorni, a volte anche scomoda, e renderla una feroce e intrigante forma d’arte transitoria qual’è la comicità, quell’attività umana irriverente e perspicace che ci aiuta, nella vita di tutti i giorni, a dissociare il mondo reale dall’immaginario e a capire meglio le debolezze e i pregi del nostro modo di vivere.

Ogni nostra azione, atteggiamento o consuetudine si presta a diverse sfaccettature emblematiche. Nel contesto di quest’opera, l’autore ha cercato di immaginare diverse situazioni surreali che possono scaturire durante i nostri piccoli e grandi avvenimenti quotidiani nel corso del lavoro, nel tempo libero, tra le notizie di cronaca e attualità, nelle nostre consuetudini, e più in generale nel corso di ogni situazione paradossale che ognuno di noi, spesso a propria insaputa, può improvvisamente trovarsi ad affrontare: momenti generati dal teatro dell’assurdo, da presunte coincidenze derivate dall’ambiguità d’una parola, dal fraintendimento d’una frase, o dalla verve ‘tragicomica’ ed inconsapevole dei protagonisti.

E come il titolo richiama, tutto sottilmente visto dall’alto con occhi distanti ma non distaccati in una sorta di sospensione critica verso i vizi e le virtù di ognuno, eterno contraddittorio dell’animo umano, in continuo equilibrio tra bene e male.

Rifacendosi a maestri dell’umorismo quali Marcello Marchesi, Achille Campanile e Giovannino Guareschi, “Io mi libro” è una ginnastica per la mente ed un’esplorazione del lessico italiano in un caleidoscopio di lettere che si scambiano e si combinano come in un grattacapo enigmistico, oltre un piacevole riflettersi – dentro una prospettiva meno cupa – all’interno di un compendio ricco di significati allegorici.

Un modo diverso per sfatare stereotipi e stemperare l’eccessiva serietà con cui l’uomo ha vincolato la proprio esistenza, a dispetto del lato più brillante, goliardico e virtuoso, che ognuno di noi porta dentro.

A chiusura del libro le classifiche personali dell’autore ed un breve racconto dedicato al sogno dal titolo “Breve raccorto onirico”

Qui una selezione di alcune delle frasi contenute nel libro:
218. “Riuscirò ad avere gli anelli in tempo per il matrimonio?” – “Certo, abbia fede”.
219. “Dov’è il satellite artificiale?” –  “A uno Sputnik da terra”.
220. Se sei il primo ad inaugurare una faida te, fai da te.
221. “L’antennista ha messo una nuova antenna sul tetto” – “Satellitare?” – “Beh, ieri tellitava bene….”
222. Il fanatico di pesca alla canna: “Ti amo”.
223. “Sono scappati tutti i maiALI….come hanno fatto ad aprire il recinto?” – “Avranno usato il piede di porco”.
224. “Vorrei del silicone per viso e delle protesi oculari” – “Quante?” – “Mah, faccia a occhio”.
225. Sapevo che sarebbe spuntata una vescica, e alla fine è venuta a galla.
226. “Mentre espletavo i bisogni nel bosco, un uccello m’ha cagato in testa. E’ proprio vero che chi la fa l’aspetti”.
227. “L’hai messa l’erba aromatica? Sennò si mette a piagnucolare” – ” Si lamenta?”
228. “Se le chiedo con educazione di segnare quanto costa, lo apprezza?”
229. Api: “Ahi che dolore…” – “Cos’hai?” – “Un’arnia alla schiena”.
230. Ubriachi fradici in piscina a fare ginnastica: acquagin.
231. Dal vinaio: “Questo fiore è secco, ormai è tutto….come si dice….tutto….” – “Ha passito?”
232. “Oggi finisco di mettere le persiane nuove” – “Mi fai vedere l’anteprima?”
233. “A Dicembre hanno dato un’occhiata al programma” – “L’hanno scorso?”
234. “Ahia…..aò ‘sta pasta nun’ se pò magnà. E’ troppo ardente”.
235. “Dottore ho una nocciolina proprio qui, dietro la schiena. Alla rachide”.
236. “A Gennaio inizio la dieta: anno nuovo, vita nuova”.
237. “Cosa tentano di fare quei marinai durante la mareggiata in porto? Ah certo, han coraggio!”
238. Pittore naif e chef in un colpo solo: lana tra l’arancia.
239. “Sapevo di non dover bere quel Crodino, mi fa male tutto il sedere….e pensare che c’era scritto: “bevanda analcolica”.
240. Dipendenti delle Ferrovie s’incontrano di sera nei parcheggi: sono tutti scambisti.
241. “Ho perso la barca dopo la tempesta” – “Ha mareggiato?”
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