Si sono svolti questo pomeriggio, 12 agosto, alla Chiesa degli artisti in piazza del Popolo a Roma i funerali di Michela Murgia, la scrittrice scomparsa a 51 anni dopo un tumore ai reni. Tanti i personaggi noti, politici e intellettuali, che hanno preso parte alle esequie. Presenti, tra gli altri, la segretaria del Pd Elly Schlein, Francesca Pascale e la moglie Paola Turci. Al termine delle esequie dalla folla radunata all’esterno della chiesa, circa mille persone, è partito il canto Bella ciao e un lungo applauso.
Delusione da parte dei tanti fan giunti a Piazza del Popolo per dare l’ultimo saluto a Michela Murgia e che non hanno trovato posto in chiesa. C’è anche chi, a causa del gran caldo, si è sentito male. Critiche da parte di alcuni presenti all’organizzazione: “Mancano le forze dell’ordine, la sicurezza, un presidio medico, è dovuta svenire una persona per avere un’autoambulanza. Che per fortuna è rimasta”.
In chiesa non ci sono stati fiori, secondo quanto disposto dalla stessa scrittrice, tanto che è stata rimandata indietro anche la corona di fiori del Comune di Roma. Secondo quanto appreso da LaPresse da fonti della famiglia, Murgia non voleva fiori recisi in chiesa. Tutti i cuscini di fiori mandati da diverse autorità, dal sindaco al Comune, sono rimasti fuori sul sagrato. L’unica composizione presente in chiesa vicino alla bara è quella scelta e voluta da lei, con fiori di carciofo, limoni, peperoncino e mirto. “Comunisti di m***a, viva la Meloni”. È quanto urlato da un uomo di circa 50 anni verso la folla assiepata davanti alla chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma. Di seguito i momenti più importanti della cerimonia funebre.
Saviano: “Non ci ha fatto pesare il suo dolore” – “Sono le parole più difficili della mia vita”, ha detto emozionato Roberto Saviano prendendo la parola al termine dei funerali di Michela Murgia. “Michela – ricorda Saviano – voleva che questa giornata fosse per tutti. Sembrava suonasse quando batteva sui tasti. Per Michela la condivisione era il senso di tutto. Quando le cose non andavano lei ti diceva: ‘non stare solo, vieni qui’. Le scelte di Michela possono essere sintetizzate in: non essere soli, non lasciare soli. Michela ha protetto tutti fino alla fine, anche nei momenti dolorosissimi della fine”.
“Lei è stata abile a non far sentire il dolore delle sue scelte di lotta – sottolinea Saviano – ci siamo conosciuti e uniti non per quello che abbiamo fatto, ma per quello che ci hanno fatto. In questo paese è stato possibile che si considerasse una scrittrice, intellettuale attivista come una nemica politica. Michela ha voluto stare accanto a me nei processi che mi hanno riguardato. Voglio darle tutta la mia gratitudine: durante la notte e i pomeriggi difficili, Michela c’era. ‘Abbi fiducia in chi ci legge e capisce’, diceva.
Anche nei suoi ultimi atroci momenti non ci ha fatto pesare il suo dolore. Io e Michela ci siamo conosciuti e uniti non per quello che abbiamo fatto, ma per quello che ci hanno fatto. Michela per anni è stata bersaglio e ha nascosto questo enorme dolore dentro di sé. A farle più male non sono stati gli odiatori mediatici ma quanti avevano un piede dentro e uno fuori, chi non prendeva posizione”, ricorda lo scrittore.
Don Insero nell’omelia: “Tante battaglie mantenendo la fede” – “La sua anima ora è in viaggio verso il Padre. Michela ha fatto tante battaglie, vi invito ad accogliere la sua testimonianza di fede nella dura sofferenza che ha vissuto: ha portato avanti la buona battaglia, ha conservato la fede”. Queste le parole di don Walter Insero, durante l’omelia. “È possibile amare nel dolore, è possibile amare tutti e riconciliarsi con tutti. Chi ha avuto modo di vivere con lei gli ultimi momenti ha visto una donna affidarsi a Dio, non ha mai avuto timore di mostrare la sua fede”, ha aggiunto il sacerdote.
“I canti che ascoltiamo oggi, con i quali preghiamo – ha sottolineato don Insero – sono quelli della sua giovinezza quando impegnata nell’Azione Cattolica, come referente regionale, si è messa al servizio degli altri, cosa che ha fatto da subito”. Un impegno che si è concretizzato anche con “l’amore per la Scrittura e la teologia, che è proprio lo studio e il commento della Scrittura, e con l’insegnamento della religione. Oggi preghiamo per lei con affetto e gratitudine, affidandola alla misericordia del Signore. Vi invito – ha concluso – ad accogliere la sua testimonianza, a lasciarci provocare dalla sua fede intelligente, anche dalle sue provocazioni perché la fede chiede sempre di essere non solo pensata ma anche accolta”.