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Ernest Hemingway, è stato pubblicato un racconto inedito scritto 62 anni fa

Ernest Hemingway nel 1939. Credits: Lloyd Arnold/Hulton Archive/Getty Images

La storia è ambientata a Parigi e si intitola "A room on the garden side"

Di Viola Stefanello
Pubblicato il 3 Ago. 2018 alle 15:39 Aggiornato il 3 Ago. 2018 alle 15:43

È stato pubblicato sulla rivista letteraria statunitense The Strand Magazine per la prima volta un racconto inedito di Ernest Hemingway scritto nel 1956, due anni dopo aver vinto il premio Nobel per la letteratura.

Si intitola “A room on the garden side” ed è stato concesso alla rivista dall’Hemingway Estate, che gestisce il patrimonio lasciato dal celebre scrittore e giornalista.

Il racconto fa parte di una serie di cinque storie che Hemingway aveva proposto al proprio editor nel 1956. “Sono probabilmente storie stupide, ma penso che alcune siano davvero divertenti. Ad ogni modo puoi sempre pubblicarle dopo che sarò morto”, gli aveva scritto.

Era un momento delicato per la carriera di Hemingway. Dopo aver vinto un Nobel per la letteratura e un premio Pulitzer per Il vecchio e il mare, Papa, come si faceva chiamare, era in discesa libera.

“Fino ad allora il suo stile semplice era stato visto come rivoluzionario e avvincente, aveva riformato il modo di scrivere americano, ma ora sembrava vecchio. Veniva emulato da diversi autori. Perso in un blocco dello scrittore, era diventato una caricatura dei propri personaggi eccessivamente macho”, ricorda The New York Times.

In “A room on the garden side” (Una stanza dalla parte del giardino), dunque, preferisce riprendere i temi di un Hemingway più giovane.

Ambientato all’Hotel Ritz di Parigi durante la seconda guerra mondiale, racconta la storia di Robert, una sorta di alter-ego dello scrittore che ne condivide anche il soprannome Papa. La vita di Robert scorre discutendo “del commercio sporco della guerra”, bevendo vino francese e citando i poeti maledetti.

Secondo un membro della Ernest Hemingway Society, Kirk Curnutt, il racconto vuole essere soprattutto un’ode all’importanza di Parigi per l’autore.

Le discussioni che più ricorrono nelle oltre 2000 parole del nuovo racconto, infatti, vertono soprattutto attorno alla guerra, la poesia e il romanticismo mentre la capitale francese osserva sullo sfondo.

“Immerso in un dialogo con Marcel Proust, Victor Hugo e Alexandre Dumas, e con lunghi estratti da “I fiori del male” di Charles Baudelaire, la storia implicitamente si interroga su come l’eredità della cultura parigina potesse proteggersi dalla oscura macchia del fascismo”, continua Curnutt.

Alcuni passaggi, poi, sono dedicati “all’etica dietro allo scrivere, e alla preoccupazione che la fama letteraria possa corrompere l’impegno dell’autore per la verità”.

Non è certo la prima volta che Hemingway prendeva ispirazione della guerra europea, da lui vissuta soprattutto come reporter, per le proprie opere letterarie: basti pensare a Addio alle Armi (1929), ambientato in Italia, e a Per chi suona la campana (1940), legato alle sue esperienze nella guerra civile spagnola.

Hemingway aveva servito come autista di ambulanze, anche nell’Italia settentrionale, durante la prima guerra mondiale, e poi era tornato in Europa come giornalista per coprire la guerra civile spagnola e, in seguito, come corrispondente da Parigi durante la seconda.

D’altronde, chi ha letto invece Fiesta (1926)e Una festa mobile (1964) sa che anche Parigi è una città ricorrente nell’opera dello scrittore.

“A room on the garden side” è soltanto una delle tante opere non pubblicate lasciate dall’autore al momento del suicidio in Idaho, nel 1961, all’età di 61 anni.

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