Sotto il manto erboso di Colle Oppio, una delle alture che costituiscono il colle Esquilino di Roma, si nasconde una nuova Pompei.
Si tratta delle terme di Tito e si trovano in corrispondenza dell’area che viene chiamata la Polveriera di Colle Oppio.
Le terme sono state scoperte alla fine degli anni Novanta, per essere poi reinterrate per motivi di sicurezza.
Adesso, per farle tornare alla luce, serve un intervento da alcuni milioni di euro.
Il progetto del “playground” al Parco di Colle Oppio, che dovrebbe sorgere sull’area della Polveriera, è stato discusso nel corso di una seduta congiunta delle commissioni Cultura e Ambiente di Roma capitale.
Eleonora Ronchetti, che fa parte della Sovrintendenza capitolina ai beni culturali, ha detto: “Ci vorrebbe qualche milione di euro per fare uno scavo archeologico e accertare l’entità e l’estensione delle Terme di Tito”.
“Crediamo che lì, come in tanti altri punti di Roma, ci possa essere una nuova Pompei, ma al momento non mi sembra che ci siano le condizioni per procedere a uno scavo”, ha continuato.
Ronchetti ha spiegato che “probabilmente le terme di Tito si estendono su tutta l’area della polveriera di Colle Oppio, negli anni 1998/99 gli scavi vennero reinterrati per motivi di sicurezza pubblica, era l’epoca di Ocalan e la comunità curda dormiva lungo l’area archeologica quindi fu deciso di reinterrarli per mettere al sicuro gli scavi e la vita stessa delle persone”.
“Ad oggi gli scavi sono ben protetti, a una notevole profondità sotto il manto erboso. C’è un’unica parte che emerge ma non è interessata dagli impianti sportivi presenti lì dagli anni cinquanta, e che attualmente non sono ben messi”.
Il parere favorevole con prescrizioni della Sovrintendenza capitolina al progetto di “playground” è stato emesso, sempre secondo la Sovrintendenza perché “se si recupera una qualità migliore di tutta la zona questo andrebbe a vantaggio della città e dei cittadini, secondo il progetto presentato non viene toccato nulla del sottosuolo. I resti archeologici restano protetti: a meno che con qualche milione di euro non si riaprano gli scavi e si recupera una nuova Pompei, forse questa sembra la soluzione migliore. Questo progetto non ha rischi per il progetto archeologico sottostante”.