Altaforte Edizioni | Casa editrice Casapound | Cos’è | Da sapere
Altaforte edizioni Casapound – Negli ultimi giorni si è aperta una polemica sulla presenza dello stand di Altaforte Edizioni al Salone del Libro di Torino 2019.
La casa editrice ha pubblicato un libro-intervista a Matteo Salvini scritto dalla giornalista Chiara Giannini, intitolato Io sono Matteo Salvini: intervista allo specchio. Tutto quello che c’è da sapere sul Salone del Libro 2019
Altaforte Edizioni | Casa editrice Casapound
Altaforte Edizioni è vicina a Casapound, il movimento di estrema destra coinvolto nei recenti scandali di Torre Maura e dello stupro di Viterbo.
Sul suo sito si presenta come “un marchio editoriale di riferimento pensato per rispondere a chi chiede chiavi di lettura alternative rispetto alle interpretazioni omologate”.
L’editore fa capo alla società Sca2080, la stessa che pubblica il mensile Il primato nazionale, che si definisce “periodico sovranista”, insieme ad altre riviste.
L’amministratore unico di Sca2080 è Francesco Polacchi, romano 33enne e attivista di Casapound dal 2004, ora coordinatore del movimento di estrema destra per la Lombardia. Salone del Libro, Altaforte risponde alle polemiche: “Il vero male è l’antifascismo”
Polacchi è anche a capo del marchio di moda Pivert, lo stesso della giacca indossata da Matteo Salvini allo stadio un anno fa, che suscitò una serie di polemiche.
“Questo libro-intervista a Salvini è stato un’opportunità che abbiamo cercato di sfruttare al meglio nel momento in cui si è presentata grazie all’autrice, la giornalista Chiara Giannini”, ha detto Polacchi, interpellato dall’AdnKronos. “D’altra parte, siamo una casa editrice sovranista e in questo momento Salvini è il numero uno del sovranismo”.
Polacchi ha confermato che: “Con Salvini non c’è nessun tipo di rapporto personale”, come confermato anche dall’ufficio stampa del ministro dell’Interno.
Altaforte Edizioni | Casa editrice Casapound
La presenza dello stand di Altaforte Edizioni è alla base della decisione di Christian Raimo di lasciare il comitato organizzativo del Salone del Libro e di alcuni autori, tra cui il collettivo Wu Ming e Zerocalcare, di annullare la loro presenza all’evento torinese.
“Il Salone avrà uno stand Altaforte, di fatto la casa editrice di CasaPound”, ha detto il collettivo di scrittori Wu Ming. “Nei giorni scorsi la notizia ha suscitato molte critiche ed esortazioni a tenere fuori dalla kermesse una presenza platealmente neofascista. E come ha risposto il Comitato d’indirizzo del Salone? Con un comunicato che in sostanza dice: CasaPound non è fuorilegge, dunque può stare al Salone, basta che paghi”.
La scrittrice sarda Michela Murgia ha fatto una scelta diversa e con un lungo post su Facebook ha spiegato perché parteciperà al Salone del Libro di Torino: “Se CasaPound mette un picchetto nel mio quartiere che faccio, me ne vado dal quartiere? Se Forza Nuova si candida alle elezioni io che faccio, straccio la tessera elettorale e rinuncio al mio diritto di voto?
Se la Lega governa il paese chiedo forse la cittadinanza altrove? No. Non lo faccio”.
“Non avendo mai fatto mistero della mia appartenenza a CasaPound, mi rendo conto che presentare un libro del genere in pieno periodo elettorale sia stato un gesto provocatorio”, ha detto Polacchi in un’altra intervista al Corriere, in cui parla esplicitamente di “censura”.
“Ci ho pensato milioni di volte prima di decidere, anzi ne ho parlato con tutta la dirigenza del movimento”, dice. “Mi aspettavo però di suscitare dibattito, non una reazione come questa”.
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