Calabria, Lombardia e Piemonte diventano arancioni da domenica. Liguria e Sicilia gialle
Lombardia, Piemonte e Calabria diventeranno arancioni a partire da domenica 29 novembre: lo riferisce il ministero della Salute. Roberto Speranza firmerà una nuova ordinanza con cui si dispone il passaggio alla fascia intermedia di rischio di queste tre Regioni – entrate in zona rossa a inizio novembre – dopo che la cabina di regia ministeriale ha analizzato i dati di monitoraggio sulla diffusione del Covid in Italia. Secondo quanto si apprende, inoltre, Liguria e Sicilia diventeranno gialle. “Sono ore impegnative: eravamo a consulto per valutare la curva epidemiologica, l’evoluzione della situazione e gli scenari prossimi. Avremo nel pomeriggio delle novità”, aveva detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intervenendo in collegamento video in tarda mattinata.
Il braccio di ferro Fontana-Speranza
Stop al braccio di ferro tra Roberto Speranza e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, dopo che quest’ultimo aveva pressato il ministro affinché l’ordinanza fosse operativa già partire da questo fine settimana, mentre Speranza avrebbe preferito attendere il 3 dicembre, quando è atteso il nuovo Dpcm. L’intento era quello di evitare un elevato volume di spostamenti e nuovi assembramenti già dal fine settimana. Fontana però invocava il passaggio alla zona arancione da almeno 10 giorni, quando cioè l’indice di contagio della Lombardia è sceso sotto il 2. E, secondo la bozza del report dell’Iss, nella settimana che va dal 16 al 22 novembre l’Rt si sarebbe arrestato all’1,17. “La regione è da due settimane pienamente nei parametri previsti per il passaggio in zona arancione. Non togliere le restrizioni – aveva detto ieri Fontana – significa non fotografare la realtà dei fatti e non considerare i grandi sacrifici dei lombardi”. Oggi invece il governatore ha scritto su Twitter: “Grazie ai sacrifici del lombardi, apprezzati i dati epidemiologici, ora siamo zona arancione e potremo riaprire gli esercizi commerciali. A breve la decisione de governo”. Ma l’intento del messaggio diffuso sui social era proprio quello di forzare la mano su una rapida entrata in vigore delle nuove regole, e sembra che a spuntarla sia stato proprio il governatore.
Appena incassato l’OK del ministro, Fontana ha subito invitato i cittadini a mantenere la calma. “In una situazione in cui il virus c’è ed è ancora pericoloso, dobbiamo ribadire ed insistere perché quei comportamenti attenti e rispettosi delle regole devono essere ancora mantenuti. Bisogna far capire che non è iniziata la stagione del liberi tutti”, ha detto Fontana durante un punto stampa. “È una notizia molto positiva, dobbiamo consolidarla e fare ancora passi avanti. Bisogna dire innanzitutto grazie ai lombardi, perché se ciò si è ottenuto è grazie al rispetto delle norme”, ha aggiunto.
Le altre zone rosse che diventano arancioni: Piemonte e Calabria
Le altre Regioni che si trovano attualmente in zona rossa per cui è previsto un passaggio alla fascia intermedia di rischio sono Piemonte – con un indice Rt relativo ai sintomatici attualmente pari a 0,89 – e Calabria (0,92).
Le Regioni che restano in zona rossa: Abruzzo, Campania, Toscana e Val d’Aosta
A rimanere nella fascia rossa sono adesso Toscana, Valle d’Aosta, Abruzzo e Campania. Il governatore Vincenzo De Luca intanto ha espresso le sue perplessità verso l’esistenza stessa delle tre fasce di rischio. Per il presidente della Campania ci sarebbero “ragioni obiettive” che fanno decidere per il colore delle zone ma ci anche “altre ragioni che rinviano a motivi di politica politicante dove la sanità non c’entra niente” . “La Campania ha il tasso di mortalità più basso in Italia, stiamo facendo un miracolo, combattendo a mani nude e stiamo salvando la Regione Campania”, ha detto oggi in diretta su Facebook.
Per quanto riguarda la Toscana, invece, che secondo l’Iss ha registrato un indice Rt pari all’1,2 nella settimana 16-22 novembre, il presidente di Regione Eugenio Giani si è detto disposto ad aspettare il nuovo Dpcm del 3 dicembre, anche se reputa i parametri stabiliti dall’Iss “da zona gialla”. “La Toscana ha condizioni che sono quelle di zona arancione, anzi io direi di zona gialla in realtà. Ne ho parlato col ministro Speranza e dobbiamo rispettare le procedure di legge per rientrare quantomeno in zona arancione. Oggi la Toscana è in zona rossa e lo deve restare per legge per almeno 14 giorni per garantire continuità di condizioni migliori per 14 giorni. Venerdì 4 il ministro Speranza potrà firmare l’ordinanza che riporterà la Toscana in zona arancione”, aveva annunciato con un video sulla sua pagina Facebook.
Liguria e Sicilia entrano in zona gialla
Liguria e Sicilia, entrati in zona arancione a inizio novembre, passeranno adesso alla fascia più bassa di rischio, quella cosiddetta gialla, con un indice Rt pari rispettivamente allo 0.76 e all’1.04. “Da domenica la Liguria sarà in zona gialla. Grazie al grande sforzo del nostro sistema sanitario, ai tanti sacrifici dei liguri e di tutti noi, i dati in questi giorni sono sensibilmente migliorati e ci hanno portato a questo risultato che mi ha appena comunicato il ministro Speranza”, ha annunciato il governatore ligure, Giovanni Toti su Facebook
Zona arancione: Regioni e misure
Le nuove regole per le zone rosse che diventano arancioni dovrebbero consistere in un via libera agli spostamenti all’interno del proprio comune di residenza anche nei casi in cui non sussistano comprovate esigenze lavorative, di salute o altre necessità – e dunque senza necessità di presentare l’autocertificazione – e nella riapertura dei negozi al dettaglio (mentre bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie resteranno chiusi salvo che per il servizio di asporto). Resta invece ancora in vigore il coprifuoco a partire dalle 22 e fino alle 5 del mattino, la chiusura di centri commerciali nei weekend e nei festivi, il limite di capienza massima all’interno dei mezzi di trasporto – pari al 50 per cento – e il divieto di spostamenti tra comuni e verso altre Regioni. Sono le misure che seguono attualmente Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Basilicata, Umbria e Puglia. Alla lista si aggiungeranno appunto anche Lombardia, Piemonte e Calabria
Zona rossa: Regioni e misure
Nella zona rossa invece restano chiusi i negozi e vietati gli spostamenti anche all’interno del proprio comune di residenza salvo che per comprovate esigenze lavorative, di salute e di necessità. Chiuse anche le scuole medie, ad eccezione delle classi del primo anno. Dopo il passaggio in zona arancione di Lombardia, Piemonte e Calabria, a restare in zona rossa dovrebbero essere Toscana, Valle d’Aosta, Campania e Abruzzo.
Zona gialla: Regioni e misure
Veneto, Trentino-Alto Adige, Lazio, Molise e Sardegna sono le Regioni che rientrano nella fascia più bassa di rischio, a cui ora si aggiungeranno anche Liguria e Sicilia. Le misure anti-Covid in vigore sono le regole di base comuni a tutte le Regioni, ma senza che in queste aree siano previste misure più restrittive. Oltre al solito coprifuoco dalle 22 alle 5, è prevista la didattica a distanza al 100 per cento solo per le scuole superiori, la capienza massima sui mezzi pubblici fissata al 50 per cento, la chiusura dei centri commerciali nei weekend e nei giorni festivi, dei musei delle mostre e delle sale bingo. Sono bloccate le crociere ed è consentito l’accesso ai parchi, sempre rispettando la regola del distanziamento di un metro. È possibile spostarsi tra comuni e all’interno dei propri comuni senza autocertificazione, e recarsi in un’altra Regione che si trova in area gialla.
L’indice Rt Regione per Regione
La bozza del report di monitoraggio ministero della Salute-Iss riporta che l’indice di contagio Rt è sceso a 1,08 nella settimana 16-22 novembre, contro l’1,18 della settimana precedente, con 10 regioni che hanno già un indice inferiore a 1, ossia sono ufficialmente in discesa. Andando nel dettaglio della bozza del report ministero della salute Iss l’Abruzzo ha un indice di contagio Rt di 1.06; la Basilicata 1.21; la Calabria 0.92; la Campania 1; l’Emilia Romagna 1.07; il Friuli Venezia Giulia 1.09; il Lazio 0.88; la Liguria 0.76; la Lombardia 1.17; le Marche 0.93; il Molise 1.17; il Piemonte 0.89; la provincia autonoma di Bolzano 1; provincia autonoma di Trento 0.81; la Puglia 0.99; la Sardegna 0.71; la Sicilia 1.04; la Toscana 1.2; l’Umbria 0.74; la Valle d’Aosta 0.99; il Veneto 1.2.
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