Zona gialla, riaperture e coprifuoco alle 23.30: le ipotesi per maggio
Dopo l’ennesima giornata di proteste e con una campagna vaccinale che subisce un nuovo stop, questa volta sulla sponda Johnson & Johnson, il pressing per riaprire cresce. Draghi è pronto a convocare la cabina di regia. L’ipotesi è che il premier convochi la riunione già venerdì, sicuramente in settimana. Non sarà, certo, la riunione in cui saranno decise le riaperture ma il tema è sul tavolo. Al momento sembrano esserci due opzioni: in una visione più “aperturista”, le Regioni che avranno numeri da zona gialla potranno riaprire bar e ristoranti, cinema e teatri, fiere e congressi, perfino palestre e piscine. La seconda, più attenta ai contagi, porta invece a un “giallo rafforzato” nella prima parte di maggio con il via libera solo per bar e ristoranti con tavoli all’aperto e con orario limitato al pomeriggio per evitare l’effetto-movida.
Poi, nella seconda metà del mese se l’epidemia darà respiro e la campagna vaccinale per gli anziani marcerà speditamente, la riapertura di tutti i settori. Anche la sera. Con conseguente allentamento del coprifuoco alle 23.30 o a mezzanotte. Procedere con le riaperture prima del 30 aprile, per ora, resta un’ipotesi improbabile. Nonostante a Palazzo Chigi si studi la strategia della ripartenza – vedi anche l’ok ad ospitare il 25% di tifosi per le partite degli Europei in Italia – la prudenza resta d’obbligo.
La ministra per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, ribadisce che maggio “sarà il mese delle riaperture di tutte le attività economiche, in sicurezza”. Ed è possibile che il mese prossimo coincida anche con la fine del divieto di spostamento tra le Regioni e con il ritorno in presenza per tutti gli studenti italiani, come auspicato più volte dal presidente del Consiglio Mario Draghi. “Auspicherei di investire ancora un pezzo del tesoretto sulla scuola, ma è una valutazione che dobbiamo ancora fare”, ha confermato lo stesso Speranza.
Per le altre riaperture tutto dipenderà dall’andamento dei contagi, dalla tenuta delle terapie intensive e dalla copertura vaccinale degli over 70. Fronte, quest’ultimo, su cui dovrebbe avere scarsa influenza lo stop provvisorio di Johnson&Johnson. “È ancora da valutarne l’impatto”, dice una fonte di governo, “ma ci sono dosi sufficienti degli altri vaccini per immunizzare gli anziani”.
Le priorità per i governatori riguardano tre ambiti: la ristorazione, le attività culturali e le palestre. Sempre, ovviamente, se i dati continueranno ad indicare un miglioramento della curva epidemiologica. La richiesta è quella di poter aprire i ristoranti non solo a pranzo, come già previsto in caso di zona gialla, ma anche la sera: una proposta che si porta dietro la necessità di posticipare il coprifuoco di due ore, quindi a mezzanotte. In questo scenario i ristoranti sarebbero aperti a cena fino alle ore 23 o alle 23.30, mentre i bar (e altre attività simili, senza posti a sedere) alle ore 21. L’allungamento degli orari permetterebbe ai ristoratori, come vuole Draghi, di ripartire in modo sostenibile, facendo cassa.
Anche per i bar, la richiesta è quella di poter riaprire quelli che hanno la possibilità di mettere i tavolini all’esterno. Quanto a cinema, teatri, musei e spettacoli all’aperto, la linea è quella già suggerita dalle associazioni di categoria: biglietti nominativi e prenotazione obbligatoria, percorsi separati di entrata e uscita, misurazione della temperatura e, soprattutto, raddoppio della capienza: da 200 a 400 al chiuso e da 400 a mille all’aperto.
Ma ecco lo schema che stanno esplorando il governo e il Cts. Una prima opzione, si diceva, prevede che dopo il 30 aprile vi sia il reintegro tout court della zona gialla. In questo modo, nelle Regioni che avranno numeri adeguati, potrebbero riaprire ristoranti e bar a pranzo, cinema e teatri anche nel weekend (tutti con prenotazione). E, per la prima volta dalle chiusure delle scorso autunno, fiere e congressi, palestre e piscine. Fino all’ultimo Palazzo Chigi proverà a perseguire la strada dell’apertura di tutte queste attività assieme, al fine di dare un segnale concreto di ripartenza ai cittadini.
In questo scenario resterebbe però ancora in vigore il coprifuoco alle ore 22. E solo dopo la prima metà di maggio, qualora i numeri del contagio dovessero calare e quelli delle vaccinazioni continuare ad aumentare, si potrebbe ragionare su un approccio differente spostando le lancette del coprifuoco alle 23.30 o a mezzanotte. E riaprendo di conseguenza i ristoranti a cena fino alle ore 23 o alle 23.30, mentre i bar (e altre attività simili, senza posti a sedere) alle ore 21. L’allungamento degli orari permetterebbe ai ristoratori, come vuole Draghi, di ripartire in modo sostenibile, facendo cassa.
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