Eitan Moshe Biran è l’unico sopravvissuto alla tragedia della funivia Stresa-Mottarone. Il piccolo di 5 anni era nella cabina precipitata ieri, domenica 23 maggio. Nell’incidente sono morte 14 persone (qui chi sono le vittime), tra queste il suo fratellino Tom Biran (2 anni), i suoi genitori Amit Biran e Tal Peleg, rispettivamente 30 e 26 anni (entrambi nati in Israele e residenti a Pavia),e i suoi bisnonni Barbara Cohen Konisky, 71 anni, e Itshak Cohen, 81 anni. Ma anche l’altro bambino gravemente ferito che ieri sera si trovava con lui all’ospedale Regina Margherita di Torino poi deceduto.
“Per essere riuscito a sopravvivere – spiegano fonti interne dell’ospedale – è probabile che il padre, che era di corporatura robusta, abbia avvolto con un abbraccio suo figlio“. Eitan è ora intubato e sedato. “Le condizioni sono stabili – ha sottolineato il direttore generale della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle – dopo l’intervento per stabilizzare le fratture alle gambe abbiamo fatto ulteriori accertamenti, dal punto di vista emodinamico è stabile. In questo momento è monitorato, resta in prognosi riservata e lo resterà per le prossime 48 ore”.
Al momento accanto al piccolo ci sono i nonni paterni e la zia, sorella del papà, arrivati ieri sera da Pavia. Aya Biran è la zia di Eitan, nella tragedia di Stresa ha perso suo fratello Amit, sua cognata Tal Peleg e il nipotino Tom di soli due anni, che vivevano a Pavia. Ora si prenderà cura del nipotino Eitan. “Ho saputo quello che è successo dai messaggi di WhatsApp dei miei amici. ‘Oh mi dispiace‘ hanno iniziato a scrivermi. Al quarto messaggio ho pensato che fosse caduto un altro missile in Israele. Così ho chiamato mio fratello ma non mi ha risposto, poi mia cognata e neanche lei mi ha risposto. Qualcosa non va. Allora ho scritto ai miei amici ma cosa è successo? Due ore dopo la conferma dei nomi dei carabinieri“, racconta Aya Biran a Repubblica.
“Non sapevamo dove si trovasse Eitan, abbiamo capito che si trattava di lui quando abbiamo visto che non era nell’elenco delle vittime“, dice la donna che vive nel Pavese dove lavora come medico in carcere.
I medici dell’ospedale Regina Margherita di Torino che hanno soccorso Eitan raccontano che il piccolo è riuscito a dire: “Lasciatemi stare, ho paura“. Il bambino è arrivato in ospedale in elicottero intorno alle 14, le sue condizioni sono gravi ma stazionarie. Ieri pomeriggio ha subito cinque ore di intervento per le fratture a braccia e gambe “e ora stiamo aspettando che ce lo facciano vedere, almeno da lontano attraverso il vetro” dice la zia tra una telefonata e l’altra all’ingresso dell’ospedale. Dentro ci sono i suoi genitori e “fra poco arriverà personale dall’ambasciata“.
“Io e mio marito viviamo in Italia da 17 anni, ora ho lasciato due bimbe a casa per essere qui e dovremo gestire tutte le comunicazioni”. Hanno preso una stanza in un albergo di Torino “ma solo per appoggiare la testa. Mio nipote ha un trauma cranico bisogna vedere come va, la prognosi non esiste ancora”, conclude la donna.
Leggi anche: 1. Si stacca una cabina della funivia Stresa-Mottarone, 14 morti //2. Le testimonianze: “Scesa dalla funivia prima della tragedia”; “Un boato pazzesco”; // 3. Famiglie in gita e giovani coppie: chi sono le 14 vittime della tragedia della funivia Stresa-Mottarone
Leggi l'articolo originale su TPI.it