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    Zan: Salvini “non ha nessun tipo di credibilità per parlare di una legge contro i crimini d’odio”

    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 20 Lug. 2021 alle 14:47 Aggiornato il 20 Lug. 2021 alle 14:48

    Zan: Salvini “non ha nessun tipo di credibilità per parlare di una legge contro i crimini d’odio”

    Matteo Salvini “non ha nessun tipo di credibilità” per parlare di provvedimenti come il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia. Lo ha dichiarato oggi lo stesso Alessandro Zan, il parlamentare del Partito democratico che ha proposto la legge attualmente in discussione al Senato, dove sono stati presentati più di 1.000 emendamenti al ddl, di cui quasi 700 solo della Lega.

    Zan ha accusato il leader della Lega di sposare la linea del primo ministro ungherese Viktor Orban, che ha promosso una legge che vieta la “promozione” dell’omosessualità presso i minori di 18 anni, vietando ad esempio la rappresentazione di persone gay nei libri di testo scolastici.

    “Salvini dovrebbe dissociarsi dal manifesto dei cosiddetti valori di Orban che lui ha sottoscritto”, ha detto Zan in un’intervista a La Repubblica, in cui ha chiesto che Salvini prenda le distanze dalla legge approvata in Ungheria e che la denunci come “liberticida e omofoba”. “Solo così, potrà avere la credibilità per parlare di una legge contro i crimini d’odio”, ha detto.

    Zan ha comunque detto che non ritiene possibile una mediazione tra Pd e Lega per approvare la legge, come proposto da Italia Viva, accusando Salvini di voler tagliare “pezzi significativi della legge”, rendendo “discriminatoria” una legge che dovrebbe invece combattere la discriminazione.

    Secondo Zan, Salvini e la Lega hanno formulato proposte inaccettabili, oltre a non essere credibili per aver prima affermato che la legge non era una priorità e poi cercato di trovare un compromesso “in cinque minuti”. Zan ha accusato la Lega di aver cercato di ostacolare la legge alla Camera e al Senato, dove il presidente alla commissione Giustizia, il senatore della Lega Andrea Ostellari, l’avrebbe tenuta “in ostaggio e chiusa in un cassetto”.

    “Questa è una legge che serve per tutelare le persone, non per escludere dalla tutela gruppi sociali come le persone trans e transgender”, ha detto, spiegando che per il Pd non sarebbe possibile trovare un compromesso “in cinque minuti” come vorrebbe la Lega.

    Secondo Zan, qualsiasi modifica alla legge implicherebbe tornare alla Camera, rischiando di portare il ddl su un “binario morto”. “Ci sono tutti i decreti sul Recovery plan ci sarà l’elezione del presidente della Repubblica ci sarà la legge di bilancio e dunque i tempi per approvare una legge e tornare alla Camera non ci sono”, ha detto.

    Più di 1.000 emendamenti: “chiaro tentativo di affossare la legge”

    Alle 12 di oggi è scaduto il termine per presentare gli emendamenti per modificare il testo del disegno di legge. Sono stati più di 1.000 quelli presentati dai gruppi al Senato, di cui 672 solo della Lega e 4 da Italia Viva, che aveva sostenuto la proposta durante il suo passaggio alla Camera. Tra gli altri partiti, Forza Italia ha presentato 134 emendamenti mentre Fratelli d’Italia 127. La sola senatrice Paola Binetti dell’Udc  ha invece chiesto circa un’ottantina di modifiche al ddl, approvato dalla Camera a novembre 2020 e arrivato la scorsa settimana all’aula del Senato dopo otto mesi di rinvii e audizioni alla commissione Giustizia.

    Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, ha dichiarato che la Lega “è pronta a ritirare gran parte degli emendamenti” se il Partito democratico sarà pronto a dialogare. “Se invece il Pd continuerà a volere lo scontro, affosserà la legge e la tutela dei diritti di migliaia di persone”.

    “I 700 emendamenti presentati dalla Lega al ddl Zan sono il chiaro tentativo di affossare la legge. Altro che volontà di dialogo e mediazione”, ha ribadito Zan su Twitter, affermando che Salvini sui diritti “conferma di avere la stessa linea di Orban”.

    Il ddl Zan è la sintesi di cinque disegni di legge che ampliano l’attuale “legge Mancino” che già punisce i reati d’odio per ragioni razziali, etniche, religiose o legate alla nazionalità. In base alla proposta approvata dalla Camera chi discriminerà persone gay e trans rischierà fino a quattro anni di carcere. Contro il ddl si sono schierati in maniera compatta Lega e Fratelli d’Italia, mentre Italia Viva, che in precedenza l’aveva sostenuto nella sua versione attuale, ha proposto un compromesso con le posizioni dei partiti della destra, modificando tre articoli.

    I cambiamenti eliminerebbero i riferimenti alla tutela dell’identità di genere, definita nel disegno di legge come “l’identificazione percepita e manifesta di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”, e anche l’articolo che vieta l’istigazione a compiere atti discriminatori o violenti. La proposta di Italia Viva interverrebbe anche sulla “Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia” prevista dal ddl, lasciando alle scuole la facoltà di scegliere se partecipare o meno alle iniziative di sensibilizzazione.

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