Wisi, il cane rapito a Torino e ritrovato a Milano
Wisi è il nome di un cane di un giovane stilista di origini ivoriane che vive e lavora a Torino. Nella capitale sabauda, l’uomo ha una boutique dove confeziona e vende abiti propri.
Il “weimaraner” di 10 anni, regolarmente iscritto all’anagrafe canina e dotato di microchip, era stato rapito da un 30enne italiano, frequentatore abituale della boutique. L’animale è stato ritrovato a Milano ieri sera, giovedì 12 settembre.
La vicenda
La vicenda era iniziata a Torino lo scorso anno: il trentenne, entrando nella boutique, aveva mostrato subito grande interesse per il cane. Si era allora offerto di portarlo a passeggio. Lo stilista, pur non conoscendo l’uomo, aveva acconsentito perché lo vedeva particolarmente amichevole ed educato.
I rapporti con lo sconosciuto si erano interrotti fino a martedì 10 settembre, quando l’uomo si è di nuovo ripresentato nella boutique. Come faceva ogni volta che tornava a Torino, aveva chiesto di portare Wisi in giro e aveva ottenuto il consenso del padrone. Il cane, però, quella sera sarebbe stato rapito.
Lo stilista ha atteso invano per tutto il pomeriggio il ritorno di Wisi, cercando di contattare telefonicamente l’uomo. Allora, allarmato, ha denunciato l’accaduto alla polizia, fornendo il numero di telefono del presunto rapitore. Come se non bastasse, il 30enne il giorno successivo ha inviato al padrone dell’animale messaggi vocali minacciosi e pieni di insulti razzisti.
Il lieto fine
Come scritto in un post Facebook dalla Questura di Milano, i poliziotti torinesi, nonostante i pochi elementi a disposizione, sono riusciti a individuare la zona frequentata dal trentenne a Milano e ieri pomeriggio gli agenti del Commissariato Villa San Giovanni lo hanno bloccato.
Wisi è stato ritrovato e fortunatamente sta bene. È stato visitato da un veterinario che ha verificato l’ottimo stato di salute. Wisi è così potuto tornare tra le braccia del proprietario, accorso a Milano da Torino.
L’uomo, che ha precedenti penali, è stato denunciato a piede libero dagli agenti della Questura di Milano per appropriazione indebita, minacce e diffamazione.
Leggi l'articolo originale su TPI.it