Erano gli ultimi scampoli d’estate, un’estate strana, sicuramente assurda. Un’estate che non dimenticheremo quella del 2020. Willy Monteiro Duarte aveva 21 anni e la vita davanti. Era nato a Roma da una famiglia capoverdiana: è morto nella notte tra il 5 e il 6 settembre, a Colleferro, durante il trasferimento in ospedale a seguito di una violenta rissa nella quale era finito solo per proteggere un amico e per placare gli animi.
Willy è stato ucciso a calci e pugni in piazza Oberdan. La notte stessa del suo omicidio sono stati arrestati i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, lottatori esperti di MMA, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Tutti di età compresa tra i 21 e i 26 anni, sono accusati di aver massacrato di botte Willy, causandone la morte. Il ragazzo era intervenuto in difesa di un amico, quando è stato spinto, preso a calci e pugni e buttato in terra, dove hanno continuato a infierire su di lui. Dopodiché i quattro si sono dati alla fuga, raggiungendo il locale del fratello dei Bianchi e tentando di far sparire la macchina. Arrestati poco dopo, dal carcere hanno iniziato ad accusarsi a vicenda. “I fratelli Bianchi”, si leggerà sull’autopsia, “gli hanno spaccato il cuore in due”. Gli hanno lesionato tutti gli organi interni, compresi i polmoni, la milza, il pancreas.
Sono trascorsi 4 mesi da allora ma il sorriso felice di Willy non si spegne col tramonto di questo anno impossibile e doloroso. TPI ha raccolto le parole di Erik Monteiro, cugino di Willy, che ha fatto rivivere ancora una volta il ricordo di quel ragazzo “gioioso e generoso” capace di risollevare chiunque.
“Io e Willy ci passavamo 7 anni, eravamo cugini ma eravamo come fratelli. Fin da piccoli eravamo legatissimi, vedendo me più grande lui cercava di emularmi, nel vestirsi, nel fare le cose dentro casa. Mi ha colpito molto vedere come sono andate le cose. Sono orgoglioso di lui. Non tante altre persone avrebbero fatto quello che ha fatto lui: ha donato la sua vita per difendere un amico, questo quantifica quanto bene quel piccolo grande uomo donava alle altre persone. Non troverai mai una persona che ti parlerà male di Willy”.
Willy era una persona che ti rallegrava, era la gioia in persona. È difficile ancora adesso realizzare ciò che è successo, specie a Natale. Il Natale lo passavamo sempre insieme.
È stato assurdo. Con il Covid tante famiglie hanno perso i propri cari e non si sono potute riunire. Questa cosa l’abbiamo sentita ancora più forte senza Willy. Mancava lui, era un riferimento per tutti noi, è stato difficile. Però siamo riusciti a stare vicini.
Io e mia madre siamo riusciti ad andare dalla famiglia di Willy rispettando le regole, almeno il giorno di Natale. Volevamo far sentire la nostra vicinanza. Sono grato per tutte le persone che al di fuori della famiglia si sono fatte sentire vicine, tramite chiamate, messaggi, venendoci a trovare. Questo sta a significare che Willy nel suo piccolo ha dato tanto. Ha lasciato tanto. Willy aveva tutta la vita davanti, stava facendo la gavetta, voleva diventare un grande chef. Purtroppo questo sogno non lo può più realizzare.
La nostra forza è l’unione, ci sentiamo ogni giorno, con mia zia, con mia cugina. Abbiamo sentito molto la sua mancanza. Il Natale è il giorno in cui si ritrova la famiglia, è mancato quel posto a tavola. Ma sappiamo che anche se non è fisicamente con noi, con animo, spirito e cuore ci segue ed è sempre vivo nei nostri cuori.
La giustizia deve fare il proprio corso. Chi ha colpito Willy non ha solo spezzato una vita, ha spazzato via una famiglia intera. Spero che con il nuovo anno venga fatta giustizia perché è quello che deve esser fatto. Spero che casi di questo genere non accadano più. Leggo ancora di risse e cose simili, è tutto sbagliato.
1. LA CRONACA: 21enne interviene per difendere un amico: massacrato a morte dal branco / 2. LA RICOSTRUZIONE: “Vi prego basta, non respiro più, così è morto Willy / 3.LA BIO: “Sognava di diventare come Totti”: chi era Willy
4. I PROFILI: Dal culto per le arti marziali ai precedenti per spaccio: chi sono gli aggressori di Willy Monteiro / 5. IL DETTAGLIO: Uno degli aggressori di Willy Monteiro insegnava arti marziali ai bambini / 6. LE OPINIONi: Se a uccidere un bianco fossero stati 4 neri sarebbe scoppiato il finimondo (di G. Cavalli) e Quel gesto vigliacco e codardo: infierire sul corpo di Willy quando era già in terra (di Lara Tomasetta)
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