West Nile virus, confermato primo caso nell’uomo in Italia. Che cos’è e quali sono i rischi
Torna a infettare l’uomo il virus West Nile (virus del Nilo occidentale), riportato in Italia per la prima volta dall’inizio della stagione estiva.
Il virus, diventato ormai endemico tra gli animali in Veneto e in altre aree della pianura padana, è stato rilevato nella provincia di Padova. Lo conferma l’Istituto Superiore di Sanità nel proprio bollettino di sorveglianza integrata, secondo cui in questo caso il contagio “si è manifestato nella forma neuro-invasiva”.
Il virus, trasmesso dalle zanzare, in meno dell’1 percento dei casi può portare a gravi malattie neurologiche, come meningite, encefalite e poliomielite. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità circa l’80 percento dei contagiati non sviluppa mai sintomi.
Originario dell’Africa, il virus è attualmente diffuso in Medio Oriente, Nord America, Asia Occidentale ed Europa, dove è stato segnalato a partire dal 1958. Nel 2018 il virus, che non è trasmissibile da uomo a uomo, ha portato anche ad alcuni decessi nel paese. Attualmente gli unici vaccini sono stati realizzati per i cavalli, mentre per l’uomo non sono disponibili.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, alla data del 6 luglio non sono stati segnalati casi umani di West Nile negli stati membri dell’UE, così come nei paesi limitrofi.
La sorveglianza veterinaria attuata in Italia su cavalli, zanzare, uccelli stanziali e selvatici , invece, “ha confermato la circolazione del West Nile Virus in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Sardegna”.