“Carlotta Benusiglio nel 2016 ha scritto questa lettera dedicata a sua sorella Giorgia che ho estratto dal Docufilm ‘Giorgia Vive’. Parole che oggi hanno un significato ancora più forte, che lasciano spazio ad un’ampia riflessione. Ricordo ancora quando, dopo pochi mesi da queste riprese, ho appeso della sua morte. Un dolore straziante per la sua famiglia, per la mamma, per Giorgia. Una donna che poteva essere ancora qua con noi. Una storia che ha molte ombre. Una ferocia imperdonabile”. Così all’AdnKronos il regista Ambrogio Crespi, che in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ricorda Carlotta Benusiglio, la stilista 37enne trovata impiccata con una sciarpa a un albero in piazza Napoli a Milano il 31 maggio del 2016 (il 19 novembre scorso la procura di Milano ha chiesto 30 anni di carcere per il suo fidanzato, Marco Venturi, accusato di averla uccisa).
Nel 2016 Crespi intervistò Carlotta Benusiglio per il Docufilm ‘Giorgia Vive’. Giorgia, sorella di Carlotta, da giovanissima finì in terapia intensiva dopo aver preso dell’ecstasy. Nel docufilm Carlotta le dedica una commovente lettera. “Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne – afferma Crespi- abbiamo il dovere di rendere agibile a chiunque la possibilità di denunciare abusi e soprusi. Non possiamo accettare, dopo anni di battaglie a tutela delle donne, dei dati ancora oggi così tanto tragici. Solo nel 2021 sono state uccise 109 donne. Questi crimini avvengono sempre in ambito familiare e per mano di mariti o partner”. “Il femminicidio – osserva ancora Crespi – è una piaga sociale che pare non trovare soluzione. Le donne che ricevono violenza devono avere la forza di denunciare, di chiedere aiuto, attraverso un programma di tutela della loro persona. Non c’è più tempo, serve subito una legge. E’ l’unico modo per sconfiggere questi ‘ominicchi’, se mai così vogliamo chiamarli, che solamente attraverso la violenza riescono a dimostrare il loro essere ‘maschi’. Sono demoni, non uomini. Dobbiamo fermare questa mattanza. Stop. Non una donna in meno”.