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    Vietati i jeans strappati a scuola, gli studenti devono coprirli con il nastro adesivo. Scoppia la polemica a Pozzuoli

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 29 Mar. 2023 alle 16:02 Aggiornato il 29 Mar. 2023 alle 16:13

    Fa discutere la decisione di una scuola, il Liceo Scientifico “Ettore Majorana” di Monterusciello, una frazione di Pozzuoli, in provincia di Napoli. Nell’istituto sono vietati i jeans strappati, tanto che gli studenti li hanno dovuti coprire utilizzando del nastro adesivo. La dirigente arrivata in quest’anno scolastico ha introdotto nuove regole, puntando sul decoro dell’abbigliamento degli studenti.

    Niente pantaloncini, t-shirt e minigonne in classe, ma anche i jeans strappati, che i più giovani sono soliti usare. Durante l’assemblea della scorsa settimana, però, qualcuno non ha rispettato il diktat. I due studenti in questione sono stati redarguiti da un insegnante, che li ha invitati a coprire gli strappi “illeciti” con dello scotch. Il docente avrebbe agito, armato di nastro adesivo, per evitare provvedimenti disciplinari a carico degli studenti.

    Il caso è stato sollevato da un papà, che ha pubblicato la foto sulla sua pagina Facebook, scatenando il dibattito. I ragazzi hanno digerito male le nuove regole imposte dalla preside Elena Manto, mentre i genitori si sono di fatto divisi in due gruppi: i rappresentanti di classe plaudono al decoro imposto, molti altri invece parlano di severità eccessiva e di una mancata capacità di comprendere i codici di abbigliamento degli adolescenti.

    “Riscaldamento guasto nei mesi invernali, una parte dei bagni costantemente otturata – ha scritto il genitore che ha denunciato il fatto via social – ma se ti presenti all’assemblea di istituto con il jeans strappato, i collaboratori scolastici (ex bidelli) ti tappano i buchi dei jeans con il nastro adesivo per disposizioni della dirigente. Questa sì che è disciplina!”.

    Il provvedimento, ha però spiegato la preside a Il Mattino, sarebbe stato assunto dal docente, senza informare la dirigente scolastica, per evitare appunto che i ragazzi venissero sanzionati. Un’azione in buona fede, secondo Manto, ma nessun obbligo: “C’è un regolamento condiviso da tutti. Mi spiace si sia arrivati a questo”.

    Una decisione, come detto, divisiva e che fa discutere. “Se la scuola ha deliberato un normale regolamento sull’abbigliamento – argomenta un utente – allora si può ricorrere a note disciplinari. Mettere del nastro adesivo è una violenza sulla libertà degli studenti. Che non vanno puniti in questo modo. Si può scegliere e pagare le conseguenze di tale scelta”. “Chi ha detto che le divise devono essere tristi? – commenta un utente – Qui (UK) si usano e ogni scuola ne ha una di un colore diverso. Quando dalle elementari alle medie passai dal grembiule ai miei vestiti, i bambini che non avevano vestiti firmati o all’ultima moda venivano denigrati. Io in primis. E mi pare non sia cambiato”.

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