“I Comuni devono tenere conto delle nuove norme statali sul gioco d’azzardo prima di emanare i loro regolamenti locali.” A scriverlo è il Tar della Lombardia, nella sentenza che accoglie il ricorso di una sala videolottery a Cavernago, in provincia di Bergamo. La società titolare della sala, spiega agipronews, si era rivolta ai giudici contro il regolamento comunale del 2018 e l’ordinanza del Sindaco del 2019, che avevano vietato il funzionamento degli apparecchi da gioco dalle ore 23.00 alle ore 09.00.
I giudici confermano che per contrastare la ludopatia «vi sono margini per un intervento regolatorio comunale” sul gioco, tuttavia «la tutela dei giocatori più fragili deve essere assicurata in modo conforme al principio di proporzionalità, e quindi solo nei limiti in cui sia realmente necessaria”. Per quanto riguarda le videolottery, il Tar sottolinea che sono «un tipo di gioco a elevato contenuto tecnologico, e dunque già regolabile a monte attraverso i programmi informatici che collegano i terminali alla rete telematica”. In questo senso «un’innovazione significativa” è stata introdotta dal Decreto dignità del 2018, che ha previsto l’uso degli da apparecchi da gioco «esclusivamente mediante l’utilizzo della tessera sanitaria, al fine di impedire il coinvolgimento dei minori”.
Un’altra innovazione a tutela dei soggetti più a rischio è inoltre “l’introduzione di formule di avvertimento sui medesimi apparecchi”. La tecnologia, inoltre, consente “di monitorare il volume di gioco e la sua distribuzione sul territorio nazionale, anche al fine di tenere sotto controllo le aree più soggette al rischio di concentrazione di giocatori affetti da ludopatia”.
L’intervento dei Comuni sul settore «deve quindi tenere conto della nuova disciplina del gioco d’azzardo, e delle norme tecniche adottate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per consentirne l’implementazione”. I Comuni sono anche tenuti a usare «la sempre maggiore quantità di dati disponibili, dopo che il legislatore”, con la legge di bilancio 2019, “ha obbligato l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a mettere a disposizione degli Enti Locali gli orari di funzionamento degli apparecchi”. Riportando tali considerazioni al caso di Cavernago, i giudici ritengono che il regolamento comunale e l’ordinanza del sindaco «hanno seguito un’impostazione non coerente con i dati raccolti, e scollegata dalle nuove disposizioni di legge (almeno per quanto riguarda l’ordinanza sindacale, che stata adottata successivamente)”.
Si tratta quindi “di un’impostazione rigida, che priva la licenza rilasciata dalla Questura di una porzione significativa del suo contenuto economico senza incidere sul principale fattore di rischio per i giocatori”. La disciplina comunale sugli orari di gioco dovrà quindi essere riformulata e Comune e Sindaco dovranno tenere conto delle nuove norme tecniche Adm “che attuano le norme statali sul controllo del gioco d’azzardo e sulla prevenzione della ludopatia”.
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