Zlatan Vasiljevic, ex camionista bosniaco di 42 anni, ha ucciso la ex moglie serba e l’attuale compagna per poi suicidarsi in un’area di sosta della tangenziale di Vicenza. La tragedia si è consumata nella giornata di ieri, ma era iniziata molto prima, nel 2011, quando l’uomo aveva cominciato a perseguitare e maltrattare la moglie, aveva ricevuto il divieto di avvicinarla: era uscito dal carcere solo cinque mesi fa, e attualmente su di lui non pendeva nessuna misura cautelare. Nella mattinata di ieri Vasiljevic si è recato ai piedi di Monte Berico, a sud di Vicenza, dove ha atteso che l’ex moglie Lidia Miljkovic raggiungesse la villa in cui lavorava come colf: i due si dovevano incontrare nel corso della giornata per discutere questioni legali legate ai figli di 13 e 16 anni. Ma l’uomo ha estratto una pistola, detenuta illegalmente dai tempi della guerra nell’ex Jugoslavia, e ha cominciato a sparare.
Vasiljevic ha invece percorso la tangenziale Sud a bordo della Mazda 2 grigia della fidanzata Gabriela Genny Serrano, che è poi stata ritrovata morta sul sedile posteriore, mentre le forze dell’ordine hanno fatto scattare i posti di blocco sull’autostrada A4 che corre affianco alla strada. Quando, attorno alle 10.15, l’assassino ha capito di essere in trappola, ha lanciato una granata sull’A4, facendo esplodere i vetri di un furgone in transito e si è suicidato accanto alla compagna sparandosi un colpo in bocca: il corpo è stato ritrovato con l’ultima granata in una mano, schiacciata contro il ventre, e la pistola nell’altra. A trovare l’auto attorno alle 15.30, un poliziotto che ha notato la targa segnalata dal mattino e il mezzo fermo nella piazzola con il vetro posteriore in frantumi. Secondo il questore di Vicenza Paolo Sartori si sarebbe trattato di “una vera e propria esecuzione premeditata, primo atto di un piano che pare fosse teso a sterminare la sua intera ex famiglia”.