Verona, una delle vittime dei poliziotti arrestati: “Mi hanno fatto urinare a terra, poi mi hanno usato come straccio”
“È entrato dentro come una furia. Mi ha spruzzato in faccia lo spray urticante ancora una volta e poi mi ha trascinato a terra sopra la pozza di urina”. Lo racconta la vittima di una delle violenze più efferate tra quelle contestate ai cinque agenti di polizia arrestati ieri a Verona con l’accusa di tortura.
Nicolae Daju, romeno di 56 anni, vive nelle strade di Verona dal 2020. Venuto in Italia a cercare lavoro, oggi cerca impiego come bracciante, “ma non è facile alla mia età”, ammette al Corriere della Sera. Nel suo zaino da trekking porta tutti i suoi averi: una coperta, un cuscino, due pantaloni di ricambio, tre magliette e un paio di scarpe. In un’intervista a La Repubblica, ha ricostruito uno dei sette episodi, collocati tra luglio 2022 e maggio 2023, che hanno portato all’arresto degli agenti.
Il fatto risale al 14 ottobre scorso, quando Daju si trovava al bar Primo Kilometro, in zona Fiera. “Ero con un amico, stavamo bevendo una birra e un caffè. Improvvisamente è arrivata una macchina della polizia, sono scesi due agenti, sono venuti subito da noi. E ci hanno chiesto i documenti”, racconta al cronista Enrico Ferro. “Gli ho detto che non stavamo facendo niente di male ma, alla fine, gli ho dato la mia carta d’identità. Non è bastato, mi hanno detto di salire in macchina”.
Prima ancora di salire sulla volante però viene spruzzato al volto con lo spray urticante”. Un gesto che secondo il 56enne non aveva motivo. “Non avevo fatto niente”, afferma.
Una volta arrivato in questura uno dei due agenti che erano con lui, la cui descrizione secondo Repubblica corrisponde a quella di Alessandro Migliore, lo ha “afferrato i capelli e trascinato di peso”, rinchiudendolo dentro una cella con una parete trasparente. Alla domanda se aveva reagito, Daju risponde di no. “Avevo paura. Come si può reagire in quelle condizioni?” Portato nella cosiddetta stanza fermati, aveva chiesto di poter andare al bagno con urgenza. “Ho cercato di attirare l’attenzione di un poliziotto gesticolando attraverso la parete trasparente”. La risposta è scioccante: “”Mi hanno detto che non era possibile andare al bagno e che avrei dovuto farla a terra”. E così ha fatto: “Mi sono messo in un angolo e ho fatto pipì. Purtroppo mi hanno punito per questo”. Appena ha finito un agente, identificato secondo il quotidiano con l’assistente capo Loris Colpini, “è entrato dentro come una furia. Mi ha spruzzato in faccia lo spray urticante ancora una volta e poi mi ha trascinato a terra sopra la pozza di urina”. Daju non ha potuto reagire per il dolore e perché “in confusione per lo spray”. Non è finita: ”Quando mi sono rialzato, a un certo punto, il primo poliziotto mi ha colpito con un pugno all’altezza del fegato”. Poco dopo le 21, è stato rilasciato: “Mi hanno accompagnato alla porta e lasciato andare”.