Torture e pestaggi in questura: arrestati 5 poliziotti a Verona. Il gip: “Vittima usata come uno straccio per pulire il pavimento”
Cinque agenti di polizia sono stati arrestati a Verona con l’accusa di aver torturato diverse persone sottoposte alla loro custodia tra luglio 2022 e maggio 2023. Una delle vittime dei presunti atti di violenza è stata usata dagli agenti “come uno straccio”, secondo l’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari (gip) ha disposto gli arresti domiciliari. Si tratta di un ragazzo sottoposto a fermo di identificazione da due poliziotti, che l’avrebbero picchiato e costretto a urinare nella stanza fermati. L’avrebbero poi spinto in un angolo e fatto cadere, usandolo “come uno straccio per pulire il pavimento”.
“È innegabile che tutti gli indagati, con le condotte sopra descritte abbiano tradito la propria funzione, comprimendo i diritti e le libertà di soggetti sottoposti alla loro autorità offendendone la stessa dignità di persone, creando essi stessi disordine e compromettendo la pubblica sicurezza, commettendo reati piuttosto che prevenirli, in ciò evidentemente profittando della qualifica ricoperta, anche compiendo falsi ideologici in atti pubblici con preoccupante disinvoltura”, le dure parole usate dal gip.
Ai cinque indagati sono stati contestati, a vario titolo, i reati di lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio, oltre a quello di tortura. I cinque erano già stati trasferiti ad altri incarichi da alcuni mesi, da quando cioè erano terminate le indagini della squadra mobile di Verona, durate otto mesi. Successivamente il questore Roberto Massucci ha disposto la rimozione dagli incarichi di altri agenti che non avevano preso parte ai sette episodi sospetti, ma potrebbero aver impedito o evitato di denunciare i presunti abusi commessi dai colleghi.
“Si è trattato di una indagine svolta completamente dall’interno e durata diversi mesi per accertare in modo chiaro e trasparente comportamenti non legittimi”, ha detto all’ANSA Massucci. “Resta la fiducia nei confronti delle donne e gli uomini della questura di Verona, ricordando le parole di un Sovrintendente di Verona, tragicamente caduto in un conflitto a fuoco quando mi diceva che una volta messe le manette anche il peggiore criminale è una persona e come tale da rispettare sempre”, ha continuato il questore, ricordando che ”se qualcuno è venuto meno a questo principio è giusto sia la magistratura a valutarlo sulla base delle indagini che abbiamo sviluppato, come scritto dal gip in modo encomiabile”.
L’inchiesta è partita da un’intercettazione telefonica compiuta nell’ambito di un’altra indagine, in cui un agente si vantava di aver preso a schiaffi una persona fermata. “Raccontava alla fidanzata, inframezzando il narrato con risate e commenti divertiti, il pestaggio ai danni di una delle vittime, riporta l’ordinanza del gip. “M… che pigna che gli ho dato”, uno degli stralci delle conversazioni. E ancora: “ho detto vabbè, oggi le devi prendere anche da me!” In un’altra conversazione affermava: “gli ho fatto una presa io, gli ho calciato fuori e poi l’abbiamo portato dentro insieme, no, e vabbè gli abbiano tirato due, tre schiaffi a testa, no, ma così, giusto per…”.