Sospettava che la studentessa stesse barando durante un’interrogazione orale in didattica a distanza (Dad). Per questo, la docente le avrebbe chiesto di bendarsi per proseguire la verifica. Il caso ricorda quanto accaduto lo scorso ottobre a Scafati (Salerno), ma è successo a Verona e ha coinvolto una studentessa di 15 anni del liceo statale C. Montanari. A seguito della vicenda, l’ufficio scolastico regionale del Veneto ha avviato accertamenti.
La ragazza stava rispondendo molto bene alle domande della professoressa di tedesco. Tanto bene che la docente si sarebbe insospettita, pensando che la studentessa stesse ricorrendo a qualche escamotage per leggere degli appunti. Per questo, le avrebbe proposto di proseguire la verifica con una benda sugli occhi.
La ragazza, temendo l’interruzione dell’interrogazione, avrebbe acconsentito a bendarsi e avrebbe quindi proseguito l’esame, nell’imbarazzo dei compagni di classe connessi insieme a lei. “Mi sono sentita a disagio, come se mi stessero accusando di imbrogliare”, sono le sue parole, citate da Repubblica.
Il gesto della professoressa ha suscitato la curiosità dei compagni. Tramite il passaparola, la notizia è giunta ad alcuni genitori, che si sono rivolti al dirigente del liceo per segnalare quanto accaduto. Il preside, interpellato dal Corriere di Verona, ha detto di aver già avviato un’indagine interna per verificare e, in caso, prendere provvedimenti nei confronti del docente protagonista della vicenda.
La solidarietà della Rete degli Studenti Medi
A esprimere solidarietà alla studentessa coinvolta è stata la Rete degli Studenti Medi di Verona. “Siamo sconvolti e amareggiati dalle decisioni repressive prese della professoressa, ma purtroppo non sorpresi; Non è la prima docente che, durante le lezioni in didattica a distanza, decide di instaurare un clima del tutto inadatto per la nostra crescita e formazione”, si legge in un post pubblicato sulla pagina Facebook.
“La DAD è già di per se uno strumento che allontana lo studente dalla scuola e dal resto della comunità studentesca, non può diventare un pretesto per azioni intimidatorie nei confronti di chi sta sostenendo una prova di valutazione”, prosegue la Rete. “Offriamo piena solidarietà alla studentessa, a una di noi. Chiediamo che vengano presi dei seri provvedimenti, non è questa la scuola che vogliamo!”
Le reazioni politiche
“La scuola è una comunità educante nella quale l’obiettivo comune è educare, cioè far crescere in maniera equilibrata i giovani che ne fanno parte favorendone la maturazione e la formazione umana e personale”, ha commentato la sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia. “La cultura del sospetto non rientra tra gli obiettivi della scuola. Il gesto della professoressa mi sembra eccessivo ed inopportuno”. Il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha annunciato un’interrogazione parlamentare, parlando di «grottesco episodio».
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