Chiara Ugolini aveva 27 anni. La scorsa domenica è stata uccisa nel suo appartamento di Calmasino di Bardolino, in provincia di Verona. La donna era rincasata dal lavoro verso le 14 per riposarsi: il compagno, Daniel Bongiovanni, non vedendola tornare dal negozio di abbigliamento che gestisce con il padre a Garda, sul lago, ha iniziato a telefonarle, senza ottenere risposte. Verso le 20, una volta rientrato, ha trovato la ventisettenne senza vita, riversa sul pavimento in una chiazza di sangue.
A ucciderla è stato il vicino di casa, fermato dalla polizia stradale lungo il tratto fiorentino della A1. Secondo quanto appreso, l’uomo sarebbe stato intercettato intorno alle 22.30 dalle pattuglie della stradale all’altezza del casello di Firenze Impruneta, mentre percorreva la A1 a bordo di una moto in direzione Roma.
Sarà l’autopsia, prevista per oggi all’Istituto di Medicina legale del Policlinico scaligero, a dare le risposte ai tanti punti ancora da chiarire. Il medico legale dovrà capire in particolare se la giovane sia stata colpita alla testa con un corpo contundente durante una colluttazione. Chiara è stata trovata anche con uno straccio imbevuto di candeggina (o altra sostanzia corrosiva) in bocca. E’ l’ipotesi dell’aggressione a sfondo sessuale nei confronti della vittima quella su cui gli investigatori stanno cercando conferme, nella ricostruzione della dinamica del delitto.
Al momento del fermo, Emanuele Impellizzeri, il 38enne originario di Catania e vicino di casa della vittima che ha confessato l’omicidio, presentava graffi al volto ed era sporco di sangue. In base ai primi riscontri sembrerebbe quindi che Chiara Ugolini si sia difesa, per questo tra i moventi del delitto gli investigatori non escludono l’ipotesi di un’aggressione a sfondo sessuale, alla quale la ragazza avrebbe reagito cercando di difendersi.
Chiara era una sportiva, appassionata di pallavolo sin dall’infanzia. Era fidanzata con Daniel, 26 anni lei, 28 lui. Volevano sposarsi, ma prima c’era da finire la casa a Lazise, rimasta ferma per mesi durante il lockdown, ora i lavori erano ripartiti, nel frattempo vivevano in affitto all’ingresso del paese, Calmasino di Bardolino.
La donna militava nel Palazzolo Volley, squadra veronese di prima divisione ed era anche allenatrice nelle giovanili della stessa formazione. La giovane lavorava in una boutique di abbigliamento a Garda, sul lago, di proprietà del padre del fidanzato. Si era laureata a Padova nel 2020, come dimostrano le foto del suo profilo Instagram dove viene ritratta sorridente in compagnia degli amici.
Impellizzeri, rinchiuso nel carcere fiorentino di Sollicciano dopo essere stato fermato in autostrada nei pressi del capoluogo toscano mentre fuggiva in moto, ai Carabinieri si sarebbe limitato a dire di avere spinto la ragazza dopo essersi introdotto nell’appartamento arrampicandosi dal piano inferiore attraverso il terrazzino. Impellizzeri, che lavorava in una carrozzeria del paese, stava scontando con l’affidamento in prova ai servizi sociali una condanna per due rapine risalenti al 2006.
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