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    Verbali Cts, 26 febbraio: “No a restrizioni in Lombardia oltre ai 10 comuni della zona rossa”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 4 Set. 2020 alle 20:45 Aggiornato il 4 Set. 2020 alle 21:02
    Verbale n.9 del 26 febbraio: “No alle restrizioni oltre i 10 comuni della zona rossa”

    Dall’analisi dei quasi 100 verbali del Comitato Tecnico Scientifico pubblicati oggi sul sito del dipartimento della Protezione Civile, emerge che il 26 febbraio nemmeno gli esperti avevano contezza della diffusione del virus in Lombardia. Dopo i primi casi di Coronavirus rilevati a Codogno e Vo’ Euganeo, nessuno si aspettava che il virus potesse aver già contagiato altre persone nei giorni precedenti all’esplosione dei primi sintomi nel “paziente 0”. Eppure segnali di una diffusione del contagio “fuori traccia” stavano già emergendo. Nel verbale n. 9 del 26 febbraio, si legge che il Comitato tecnico scientifico non riteneva ci fossero le condizioni per l’estensione delle restrizioni al movimento delle persone a nuove aree, oltre ai 10 Comuni indicati come zona rossa dal Dpcm del 23 febbraio, nonostante “i casi positivi al Coronavirus in italiani che provengono da aree della Regione Lombardia diverse dalla zona ‘rossa’ e che al momento si trovano in Paesi esteri dove è stata riscontrata la loro positività al Coronavirus”.

    Gli scienziati, quindi, ritenevano non fosse necessario delimitare ulteriori aree della Regione in aggiunta a quelle già identificate. Eppure, già il 23 febbraio ad Alzano Lombardo erano esplosi i primi casi, come documentato anche dall’inchiesta in più parti di TPI: i primi due furono diagnosticati all‘Ospedale “Pesenti Fenaroli”, dove il direttore del nosocomio il 25 febbraio aveva inviato una disperata lettera alla direzione generale affinché il Pronto Soccorso, in cui la situazione era diventata insostenibile, fosse chiuso. Nella lettera si legge che “presso il Pronto Soccorso stazionano tre pazienti senza che vengano accolti né dall’ospedale di Seriate né da altre strutture aziendali … È evidente che in queste condizioni il Pronto Soccorso di Alzano Lombardo non può rimanere aperto”. Ma la gravità della situazione nella Val Seriana emergerà in modo chiaro solo il 2 marzo, quando l’Iss comunicherà i preoccupanti dati di diffusione del contagio proprio al Cts, che il giorno seguente raccomanderà all’esecutivo di istituire una nuova zona rossa “simile a quella di Codogno” in quei comuni. Lo conferma il documento pubblicato oggi nella sua versione integrale e relativo alla riunione del 3 marzo. Richiesta che, però, rimase inascoltata.

    Leggi anche: 1. “I numeri non devono arrivare alla stampa”: cosa c’è scritto nei verbali del Cts resi pubblici oggi 2.Cts, pubblicati i verbali finora secretati dal Governo | I DOCUMENTI

    L’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura della Val Seriana per punti:

     

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