Il Consiglio di Stato ha sospeso in via cautelare l’effetto della sentenza del Tar del Lazio che il 23 luglio scorso ha dato il via libera all’accesso ai verbali del Comitato tecnico scientifico (Cts) sull’emergenza Coronavirus. La decisione è stata presa oggi, 31 luglio, tramite decreto monocratico. I documenti del Cts – tra cui ci sono gli atti relativi all’imposizione del lockdown in Italia e alla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, in provincia di Bergamo – restano così coperti da segreto, così come vuole il governo.
La sospensione disposta dal Consiglio di Stato arriva infatti dopo che l’esecutivo ha fatto ricorso contro la sentenza del Tar, che aveva accolto la richiesta di accesso agli atti presentata dalla Fondazione Einaudi.
Il presidente della terza sezione del Consiglio di Stato, Franco Frattini (ministro degli Esteri ai tempi dei governi Berlusconi), ha ritenuto di affidare al collegio la sentenza sul ricorso, fissando la camera di consiglio per il prossimo 10 settembre. Fino ad allora, i verbali del Cts resteranno secretati. In altre parole, il Consiglio di Stato mantiene la segretezza sui documenti in attesa di prendere una decisione.
Nel decreto l’organo amministrativo sottolinea peraltro che questi documenti “hanno costituito il presupposto per l’adozione di misure volte a comprimere fortemente diritti individuali dei cittadini, costituzionalmente tutelati ma non contengono elementi o dati che la stessa appellante (ossia il governo, ndr) abbia motivatamente indicato come segreti”.
Proprio per la loro “assoluta eccezionalità”, si legge ancora nel decreto del Consiglio di Stato, “non si comprende” perché i verbali del Cts debbano essere inclusi “nel novero di quelli sottratti alla generale regola di trasparenza e conoscibilità da parte dei cittadini, giacché la recente normativa, ribattezzata ‘freedom of information act’ sul modello americano, prevede come regola l’accesso civico” e come eccezione la non accessibilità.
La battaglia di TPI
Già mesi fa TPI aveva richiesto l’accesso ai documenti del Comitato tecnico scientifico, il cui interesse pubblico per comprendere la più grave pandemia dell’ultimo secolo è sempre stato fuori discussione. Tra questi atti ci sono quelli relativi alla settimana che va dall’1 marzo all’8 marzo, periodo cruciale per la mancata chiusura dei due comuni della Bergamasca Alzano Lombardo e Nembro, diventati poi il peggiore focolaio d’Europa, su cui noi di TPI abbiamo pubblicato un’inchiesta in più parti. Tra quelle pagine c’è la nota dell’Istituto Superiore di Sanità in cui si chiedeva l’isolamento della Val Seriana già il 2 marzo e anche le ragioni del CTS per cui quest’ultima è stata ignorata. Nei mesi di lockdown, in diverse conferenze stampa della Protezione civile, TPI ha chiesto più volte spiegazioni sulla mancata pubblicazione di quei verbali e raccolto le versioni contrastanti del ministero della Salute e della Protezione Civile.