Avete mai visto una manifestazione nella città più bella del mondo? Eccola. “Senza porto diventiamo una ghost town!”, grida e sirene nella nebbia. Sciopero di tutti i sindacati, manifestazione congiunta degli operatori del mare. Un pezzo di Venezia si ferma e scende nel canale per il suo porto.
Lo fa alla sua maniera: con le chiatte, i battelli, le barche di riscatto e i rimorchiatori che fanno girotondo nel canale della Giudecca in mezzo ad una nebbia leggera, suonando le trombe ed esibendo i suoi striscioni.
Lo fa con gli iscritti dei tre sindacati in piedi con i giubbotti catarifrangenti arancioni e gialli sul ponte di una nave. È la mobilitazione convocata per difendere il porto della città, che rischia di perdere produttività se non viene dragato, ripristinando i fondali a dodici metri.
Operazione che nessuno si prende la responsabilità di fare, nel cortocircuito delle diverse autorità competenti, tra ministeri e commissari. Una mobilitazione che farà discutere, indetta dai sindacati e dalle autorità del mare per denunciare le difficoltà che il mondo della portualità incontra nella città d’arte più antica del mondo: “Dobbiamo scavare i canali, lo facciamo da mille anni!”, si gridava dalle motovedette, “il porto è vita”.
E ancora: “Vogliamo vivere in una città che non diventi una vetrina”.