Acqua alta Venezia: oggi, sabato 16 novembre 2019, la città sommersa da una nuova marea
L’acqua alta a Venezia continua a essere un’emergenza: oggi, sabato 16 novembre 2019, intorno alle 12 il livello dell’acqua ha raggiunto un picco di 110 centimetri, leggermente inferiore rispetto alle previsioni che calcolavano un innalzamento fino a 120 centimetri. Piazza San Marco resta allagata ma è stata riaperta al transito delle persone e dei turisti. Il Centro Maree ha previsto che domani 17 novembre un vortice ciclonico porterà venti forti sulla città e che ci sarà un innalzamento della marea fino a 160 centimetri.
La previsione è aggravata dal fatto che i modelli di calcolo prefigurano per la laguna un’intera mezza giornata di marea oltre il metro. Il massimo di 160 dovrebbe essere preceduto da un innalzamento fino a 130 centimetri intorno alle ore 3.05 e da un “minimo” di 110 centimetri alle ore 6.50. Lunedì 18 novembre il livello dovrebbe invece scendere attestandosi intorno ai 100-105 centimetri.
Il sindaco della città di Venezia Luigi Brugnaro ha affermato che i danni sono già stimati intorno al “miliardo di euro”. “Quando tutto si asciugherà, si potranno capire con precisione i danni arrecati dall’acqua alta alle abitazioni, alle imprese, ai negozi, al patrimonio culturale e artistico. Dal governo “ci sarà un primo stanziamento di 20 milioni di euro per gestire l’emergenza e far ripartire la funzionalità della città. Le cabine elettriche, i pontili, i pontoni. E se non dovessero bastare, sia il premier Giuseppe Conte che la ministra Paola De Micheli e il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli mi hanno promesso ulteriori stanziamenti”, ha aggiunto in un’intervista al Messaggero.
Sul Mose, “quello che so lo leggo sui giornali. Il Comune è stato totalmente estromesso dalle dighe mobili”, dice Brugnaro. “Vogliamo che il Mose sia completato e vogliamo partecipare, sapere, essere informati. Voglio, non dico una data precisa della fine dei lavori, ma almeno un cronoprogramma”, ha concluso.
Anche per oggi è stata confermata la chiusura delle scuole nella città che nelle isole.
La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha fatto visita oggi alla città per effettuare un sopralluogo e per incontrare le forze di polizia e i vigili del fuoco. “In questo momento non c’è bisogno di polemiche, di fronte ad una situazione del genere devono sparire le differenze politiche e ci deve essere solo l’interesse per Venezia”, ha detto la ministra. “Venezia è una città ferita, ci sono state maree per un periodo troppo lungo perché non lascino danni. E dunque i 20 milioni che abbiamo stanziato in Cdm sono solo per i primi interventi di emergenza, poi ci saranno risorse ulteriori nel momento in cui verrà fatta la quantificazione dei danni, a partire dai beni artistici e culturali. Dobbiamo fare di tutto per salvaguardare Venezia con risorse e professionalità adeguate”, ha aggiunto.
Secondo quanto dichiarato dai Vigili del Fuoco, che hanno effettuato oltre 500 interventi da quanto è iniziata la crisi, la situazione è in miglioramento, ma le operazioni di smaltimento dei detriti accumulati a causa della mareggiata vanno comunque a rilento a causa dell’acqua che si accumula a quella precedente.
#AcquaAltaAVenezia, continua il lavoro dei #vigilidelfuoco per ripristinare la sicurezza in laguna, 500 gli interventi per prosciugamenti e recupero di natanti. Situazione in miglioramento: nelle immagini il sorvolo di #oggi sull’isola di #Pellestrina (VE)#14novembre 15:30 pic.twitter.com/XTEGYdkOL9
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) 14 novembre 2019
Marea a Venezia: continuano le polemiche sul Mose
Non si arrestano, invece, le polemiche sul Mose, l’opera ingegneristica progettata per bloccare le mareggiate ma non entrata ancora in funzione nonostante i miliardi spesi fino ad ora. Il premier Conte ha assicurato che l’opera verrà completata, mentre il ministro delle Infrastrutture De Micheli ha affermato che serviranno ancora 400 milioni di euro per completare l’opera.
Nella giornata di ieri, intanto, è stata nominato il nuovo super commissario al Mose: si tratta di Elisabetta Spitz (qui il suo profilo), ex direttore dell’Agenzia del Demanio.