Una delle Vele di Scampia, quartiere dell’area nord di Napoli spesso associato alla terra di Gomorra, allo spaccio di droga e alla faida tra gruppi criminali, è diventata una sede dell’Università Federico II. Dopo 16 anni di lavori, qui saranno trasferiti alcuni corsi di laurea della Scuola di Medicina e chirurgia dell’ateneo, le cui lezioni inizieranno già dal prossimo settembre.
“È un segnale importante, non solo per Napoli, ma per tutto il Paese – ha dichiarato il rettore Matteo Lorito – legando il nome di Scampia non più a Gomorra, ma all’università Federico II, dimostreremo che si può cambiare la reputazione di un quartiere e imprimere così una svolta positiva a un intero territorio”.
“È una grande occasione per il territorio – afferma Nicola Nardella, presidente della municipalità 8 – insieme al Restart Scampia, che sarà un grande momento di rigenerazione urbana e sociale, l’università può farci fare un balzo in avanti se sarà concepita come aperta al territorio”. “Sono tutti fattori – dice il sindaco Gaetano Manfredi – che vanno nella stessa direzione, quella di rendere fertile un territorio dalle grandi potenzialità portando formazione e sviluppo economico”.
Le sette Vele di Scampia furono costruite tra il 1962 e il 1975 dal progetto dall’architetto Franz Di Salvo. Nel piano iniziale erano previsti anche centri aggregativi e spazi comuni, uno spazio di gioco per bambini e altre attrezzature collettive. Progetto di socializzazione che non fu mai realizzato contribuendo al fallimento dell’opera come concepita. Negli anni le Vele sono diventate sempre più sinonimo di degrado, di malavita e spaccio di droga.
Delle sette Vele originare ne furono abbattuti tre: nel 1997, nel 2000 e nel 2003. Ne restano in piedi quattro. Con la Giunta de Magistris al Comune di Napoli è nato poi il progetto Restart Scampia che prevede l’abbattimento di altre tre vele e la riqualificazione della Vela Celeste da destinare a servizi e a sede della Città metropolitana. Negli ultimi mesi – scrive Ansa– l’amministrazione guidata dal sindaco Manfredi ha impresso un’accelerazione per la conclusione e la consegna della Vela all’Ateneo.