Credevano di essere rivale in amore, si sono trovate entrambe dalla stessa parte in aula: tutte e due contro Enrico Varriale, il giornalista Rai a processo per violenza e stalking, accusato da due diverse donne. La prima, dopo essersi recata in ospedale in seguito a uno schiaffo che afferma di aver ricevuto dal volto noto di Rai Sport, ha contattato la seconda, che aveva denunciato l’ex vicedirettore della testata diversi mesi prima. Entrambe le signore sono assistite dall’avvocato Teresa Manente, che con l’associazione “Differenza Donna” si è costituita parte civile nel processo in corso davanti al giudice monocratico Paolo Emilio De Simone.
La legale ha portato la seconda vittima in aula per difendere la prima. “Mio figlio andava a scuola alle elementari con quelli di Varriale – ripercorre la testimone – e a distanza di 20 anni è capitato di rivederci e cominciare a frequentarci. Non mi aveva parlato di quest’altra donna, dicendo solo che usciva da una storia precedente con una persona poi tornata a vivere col marito”. “Una volta eravamo a cena assieme, da amici – ricorda ancora la seconda vittima – e lui mi chiede di farci un selfie e di pubblicarlo sui miei profili social. Accetto perché non ho niente da nascondere e in seguito a questa pubblicazione comincia a ‘seguirmi’ una donna che non conosco ma che poi ho capito essere quella che aveva una storia con Varriale. Ho capito che voleva farla ingelosire”.
Poco dopo la situazione tra il giornalista e la prima donna sarebbe degenerata, portando a una presunta aggressione. In quelle ore avrebbe contattato l’altra donna dicendole “Quella tr**a mi ha denunciato” e mostrandole la misura cautelare che gli era stata imposta, il divieto di avvicinamento. Pochi mesi dopo, in seguito a una escalation di pedinamenti e telefonate anonime, ci sarebbe stata l’aggressione alla seconda donna, arrivata in pronto soccorso. Lì la prima avrebbe scritto alla seconda: “Ho paura per te, che cosa ti ha fatto? Sto tremando”. “Varriale mi ha aggredito come un pazzo. Sono al gemelli e domano vado in commissariato”, la risposta, alla quale è arrivata la replica: “Sto piangendo. Non rimanere sola, chiama qualcuno che ti stia vicino”.