Non è ancora terminato il sequenziamento dei 23 positivi trovati sul volo atterrato a Fiumicino mercoledì scorso proveniente da Nuova Delhi ma almeno un caso di variante indiana sarebbe stato individuato (qui spieghiamo cosa sappiamo sulla variante indiana).
L’esito sarà noto solo oggi, anche se gli esperti ritengono altamente probabile la presenza della variante indiana. Ma per una piccola parte, almeno cinque, l’approfondimento è avvenuto nel laboratorio all’avanguardia dell’ospedale militare Celio. Dai primi riscontri trasmessi al Ministero della Salute emerge che almeno un caso corrisponde con la variante indiana, un secondo con la variante inglese.
Da chiarire anche la presenza di così tanti passeggeri positivi sull’aereo nonostante fosse obbligatorio presentare un certificato di negatività prima dell’imbarco in India. In questi giorni si è parlato di certificati falsi per aggirare le misure di accertamento. Da più parti si chiedono indagini approfondite per fare luce sulle modalità di imbarco dal Paese in ginocchio per la pandemia.
A oggi non ci sono studi che confermino una maggiore pericolosità della variante indiana; la peculiarità di quanto sta avvenendo in India, con un contagio esploso a causa di enormi raduni religiosi ma anche per la campagna elettorale, rende difficile avere un quadro preciso. Ieri in un giorno sono stati registrati 3.689 morti, un dato altissimo anche per un Paese con quasi 1,4 miliardi di abitanti, visto che secondo molti osservatori i decessi ufficiali per Covid rappresentano solo una parte del numero reale.
La settimana sorsa, il ministro della Salute ha firmato una nuova ordinanza che vieta l’ingresso, da qualsiasi punto di confine, a chi negli ultimi 14 giorni abbia soggiornato o transitato anche in Bangladesh oltre che in India. Il provvedimento inoltre, visto l’ulteriore aggravamento della situazione epidemiologica nei due Paesi, rafforza le misure di isolamento per le persone residenti in Italia autorizzate al rientro. Lo comunica il ministero della Salute.
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