Mentre cresce gradualmente il numero dei vaccini anti-Covid somministrati ogni giorno in Italia (ieri 198mila, dopo il record di mercoledì che ha superato le 200mila dosi giornaliere inoculate, in totale siamo a 6,2 milioni di dosi), il governo Draghi ha rivisto il piano vaccinale decretando lo stop alle vaccinazioni per categoria e stabilendo la precedenza in base al criterio dell’età e dell’estrema vulnerabilità.
Una decisione che arriva però dopo che alcune Regioni, interpretando in senso estensivo il riferimento agli “altri servizi essenziali” contenuto nel piano precedente, hanno già vaccinato alcuni dei componenti di categorie diverse da quelle prioritarie, come magistrati e avvocati. Persone che non lavorano come personale sanitario, non hanno più di 80 anni, non sono componenti delle forze dell’ordine né insegnanti, ma che di fatto hanno potuto “saltare la fila”, con la compiacenza dei governatori regionali.
La situazione Regione per Regione
Tra le regioni che avevano iniziato la vaccinazione di queste categorie c’è la Sicilia, che ha già predisposto le liste per vaccinare avvocati, magistrati, nettezza urbana, dipendenti dell’Inps. L’assessore alla Salute siciliano Ruggero Razza, che pochi giorni fa aveva inserito anche i giornalisti tra i servizi essenziali, insiste: “Continueremo con le categorie che abbiamo già cominciato a chiamare. Abbiamo chiesto espressamente al ministro Speranza come comportarci con le categorie essenziali per le quali avevamo già avviato la campagna”. La decisione finale su come comportarsi, secondo Repubblica, sarebbe stata rinviata a oggi.
Ma ogni Regione si è mossa di fatto in modo diverso. Il Friuli Venezia Giulia, nonostante gli appelli dell’avvocatura ha deciso di vaccinare solo i dipendenti dei tribunali del distretto della Corte d’Appello di Trieste, in quanto “lavoratori di pubblica utilità”, ma gli avvocati sono insorti, ritenendo di dare un servizio altrettanto essenziale.
In Campania, il governatore Vincenzo De Luca (che ha fatto da apripista essendosi fatto vaccinare il 27 dicembre) aveva inserito i magistrati tra le categorie essenziali, ma dopo le rimostranze ha inserito anche gli avvocati. A De Luca è arrivato inoltre pochi giorni fa un appello dei commercialisti campani, che chiedevano a loro volta di essere vaccinati. A queste categorie si aggiunge quella dei giornalisti: “La Regione ha accolto le nostre richieste”, ha dichiarato il presidente dei giornalisti campani Ottavio Lucarelli. “La vaccinazione avverrà in parallelo con gli anziani over 80. L’informazione è servizio pubblico essenziale”.
In Lombardia la scelta è stata quella di vaccinare 15mila persone tra docenti e personale amministrativo delle università locali (un totale di 14 atenei pubblici e privati). Mentre gli informatori scientifici sono già stati ritenuti destinatari “in via prioritaria” in Campania, Puglia e Piemonte, mentre in Liguria la richiesta è al vaglio della Regione.
Intanto, si comincia anche a discutere della questione dei vaccini a parlamentari e politici locali. Oltre 30 senatori hanno presentato un atto chiedendo di vaccinare contro il Covid prima i parlamentari e i sindaci, considerandoli categorie più a rischio di altre (alla decisione si sono opposti Matteo Salvini e il presidente dell’Anci Antonio Decaro).
In Toscana sono scoppiate alcune polemiche per i politici locali che sono stati già immunizzati perché iscritti all’ordine degli avvocati. Tra loro, ci sono due esponenti di Italia viva, il senatore Francesco Bonifazi e l’assessore regionale Stefania Saccardi. Ma anche sindaci e assessori di ogni colore, dalla Lega a FdI fino al Pd. In Abruzzo, il consigliere comunale e dipendente provinciale Mario Colantonio (Lega) ha chiesto di vaccinare contro il Covid anche i dipendenti della provincia.
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