Vaccino antinfluenzale in Sicilia: la campagna 2020/2021 e i dati
Con l’avvicinarsi della stagione autunnale anche la Sicilia, come le altre Regioni, si prepara ad affrontare una campagna di vaccinazione antinfluenzale che si preannuncia particolarmente importante rispetto a quelle degli scorsi anni. Contenere la diffusione dell’influenza, infatti, oltre a costituire un beneficio per i cittadini più fragili, ha anche un ruolo nella lotta all’epidemia di Covid-19, perché facilita la diagnosi differenziale tra comuni virus influenzali e nuovo Coronavirus.
A fornire le nuove regole per la campagna antinfluenzale 2020/2021 in Sicilia è il decreto firmato lo scorso 13 agosto dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, che ha stabilito novità rilevanti sui vaccini per l’influenza. Il decreto, in particolare, ha anticipato l’inizio della campagna al 5 ottobre, un mese prima rispetto allo scorso anno, come raccomandato nella circolare del ministero della Salute. Inoltre, ha ampliato le fasce c.d “protette”, ovvero quelle alle quali è fortemente raccomandata la vaccinazione per fattori di rischio come età o specifiche patologie, abbassando l’età per la copertura gratuita da 65 a 60 anni. È inoltre raccomandata la vaccinazione dei bambini dai 6 mesi ai 6 anni e delle donne in gravidanza.
La Sicilia ha inoltre introdotto (come prima regione insieme a Lazio e Calabria) l’obbligo di vaccinazione per medici e operatori sanitari a qualsiasi titolo operanti presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private, incluso il personale con rapporto di lavoro convenzionale con il sistema sanitario regionale, ma anche gli studenti delle Scuole di Specializzazione e dei Corsi di formazione e i tirocinanti operanti all’interno di tali strutture ed il personale volontario.
Vaccino contro l’influenza in Sicilia: i dati
In Sicilia la copertura vaccinale antinfluenzale per gli over 65 nella stagione 2019/2020 è stata pari al 59,4 per cento (poco al di sopra del dato nazionale, pari al 54,6 per cento), secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità, pubblicati sul portale Epicentro. L’obiettivo minimo, per questa fascia di popolazione, è del 75 per cento delle coperture, mentre quello ottimale è pari al 95 per cento.
Nella popolazione generale, invece, l’ultimo dato disponibile per la Regione Sicilia sul sito del ministero della Salute è relativo alla stagione 2018/2019 quando la copertura è stata del 16 per cento (lo stesso anno a livello nazionale si registrava il 15,8 per cento, mentre l’anno successivo il dato ha registrato un lieve aumento, arrivando al 16,7 per cento).
Quest’anno la Regione Sicilia ha acquistato un milione e mezzo di dosi di vaccino (il cui arrivo è atteso a settembre) da somministrare alle persone maggiormente a rischio, aumentando di un terzo le dosi acquistate lo scorso anno: un incremento che tuttavia va di pari passo con l’estensione delle fasce protette che, come abbiamo visto, quest’anno includeranno anche tutti gli over 60.
I medici: “Stiamo perdendo tempo, partire prima possibile”
“I medici di medicina generale hanno già più volte sollecitato la parte pubblica ad organizzarsi in maniera efficace e massiva per la campagna antinfluenzale di quest’anno”, dice a TPI Giacomo Caudo, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) di Messina. “La campagna per il prossimo autunno travalica la normale importanza che ricopre ogni anno, proprio per la coesistenza epidemica del Covid. La sintomatologia, almeno nelle fasi iniziali delle due patologie, è sovrapponibile, quindi c’è la necessità – al di là del valore in sé della vaccinazione antinfluenzale – di estendere il più possibile la platea dei soggetti da sottoporre alla vaccinazione”.
“In quest’ottica, l’assessorato alla Sanità e le aziende sanitarie locali hanno il dovere morale di assicurarsi quante più dosi vaccinali possibili da distribuire gratuitamente alla popolazione”, spiega. “Normalmente i dati della copertura vaccinale in Sicilia si aggirano intorno al 60 per cento, è prevedibile che quest’anno la copertura vada oltre, anche perché c’è una maggiore consapevolezza da parte della popolazione e un’informazione più capillare, anche se permangono piccole fasce di popolazione – per fortuna meno numerose rispetto al passato – che si dichiarano antivacciniste”, spiega Caudo, che giudica positivamente la decisione dell’assessorato alla Salute di anticipare l’inizio della campagna vaccinale antinfluenzale. “Anzi, rilancio”, è il suo commento, “stiamo perdendo tempo. In Sicilia siamo leggermente avvantaggiati, perché normalmente l’epidemia influenzale compare prima al Nord, ma prima ci muoviamo e meglio è“.
A sollevare criticità relative alla vaccinazione, stavolta relativamente ai bambini, è stato anche Giuseppe Vella, presidente del sindacato Fimp, che rappresenta l’85 per cento dei pediatri di libera scelta siciliani, che ha inviato una lettera all’assessore Razza per comunicare la decisione di “rifiutare il coinvolgimento dei pediatri” previsto dall’articolo 3 del decreto regionale, salvo la convocazione di un tavolo di confronto al quale sedere per trattare le condizioni economiche, come previsto dall’accordo collettivo nazionale.
Carenza di vaccini nelle farmacie: l’allarme di Federfarma Sicilia
L’aumento delle richieste per le forniture di vaccini da parte della Regione Sicilia, come avvenuto nel resto d’Italia, ha provocato la carenza dei vaccini disponibili nelle farmacie, cui ricorrono normalmente i cittadini che non rientrano nelle fasce protette ma che intendono comunque vaccinarsi. “Quando le nostre farmacie e nostri grossisti della distribuzione intermedia del farmaco hanno provato a ordinare i vaccini per la vendita in farmacia come avviene ogni anno, non hanno avuto la possibilità di approvvigionarsi”, racconta a TPI Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma, che rappresenta oltre 18mila farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, e presidente di Federfarma Palermo.
Secondo i dati di Federfarma, lo scorso anno a livello nazionale sono stati acquistati in farmacia tra 900mila e un milione di vaccini, mentre nelle farmacie siciliane le dosi vendute sono state circa 150mila. “Quest’anno abbiamo avuto contezza del fatto che le Regioni hanno giustamente aumentato le quote vaccinali per le categorie che ne hanno diritto e hanno di fatto saturato quasi completamente il mercato, quindi al momento i produttori farmaceutici non sono in grado di garantire i numeri necessari a soddisfare la fornitura delle farmacie”, spiega Tobia. “Questo secondo noi mette una certa fascia di popolazione, che è quella più attiva e produttiva del paese, a rischio di non poter effettuare il vaccino contro l’influenza”.
“L’assessorato dovrebbe garantire la possibilità di vaccinazione a tutti”, commenta con TPI Francesco Cappello (M5S),Vice Presidente Commissione VI – Salute, Servizi Sociali e Sanitari e portavoce all’Ars (Assemblea Regionale Siciliana) del Movimento. “Mai come in questo momento è necessario, in vista dell’arrivo dell’autunno, distinguere i casi di influenza da quelli di Covid. L’anticipo dell’inizio della campagna antinfluenzale e l’estensione delle fasce protette sono scelte positive, ma non possono andare a scapito di chi vorrebbe fare il vaccino e si trova a rischio di non poterlo fare. A livello regionale, nell’affrontare la pandemia di Coronavirus, ci siamo distinti per una sanità a scoppio ritardato, dalle forniture dei dpi al numero dei tamponi, la speranza è che per i vaccini antinfluenzali non accada lo stesso”.
L’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, contattato da TPI sulla questione sollevata da Federfarma, ha comunicato con un messaggio che non intende commentare quelle che reputa “cose non vere e comunicati stampa non suffragati da fatti”, rimandando al proprio decreto relativo alla campagna vaccinale.
Vaccini antinfluenzali in farmacia: la situazione a livello nazionale
L’allarme sulla carenza dei vaccini antinfluenzali per l’autunno tuttavia non riguarda solo la Sicilia ma tutto il territorio nazionale. Ieri, martedì 1 settembre, il tema è stato al centro di un incontro che si è svolto tra l’Ordine dei farmacisti Italiani, Federfarma, Assofarm e alcuni rappresentanti del ministero della Salute. In un comunicato congiunto, le tre associazioni hanno riferito che “i rappresentanti del ministero hanno preso atto” della problematica sollevata “e dei dati presentati a supporto della necessità di impedire che le farmacie restino sguarnite” e che si sono impegnati “a trovare in tempi brevi, una soluzione che verrà condivisa con le organizzazioni di farmacisti in un incontro che si terrà la prossima settimana”.
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