“Sono arrabbiatissima. Come cittadina ho dato fiducia alle istituzioni e alla scienza come mi era stato chiesto, ho esercitato un diritto e un dovere sottoponendomi alla vaccinazione per sconfiggere questo maledetto Covid“. Sara Giudice, giornalista e docente universitaria, reagisce così alla notizia della sospensione per precauzione da parte dell’Aifa del vaccino AstraZeneca in tutta Italia.
Sara si è sottoposta alla somministrazione del vaccino AstraZeneca sabato e ha passato due giorni con febbre molto alta, male alle ossa e vomito. “Sono stati giorni complicati”, racconta a TPI la giornalista di Piazza Pulita (La7). “Uno sopporta tutto per il bene della collettività, e anche per il proprio, ma la comunicazione di Aifa e la gestione di questa situazione del vaccino AstraZeneca è veramente preoccupante e mina in maniera indelebile la credibilità“.
“Solo venti ore fa, l’agenzia nazionale del farmaco ci ha comunicato che era un “allarmismo ingiustificato” quello nei confronti del vaccino Astrazeneca mentre oggi ne sospende l’utilizzo in via precauzionale”, aggiunge Sara Giudice. “È passata quasi una settimana dal primo decesso sospetto e nel frattempo hanno fatto vaccinare un sacco di altre persone. Ci hanno preso in giro, hanno preso in giro chi faceva le disdette, hanno detto che era ingiustificato, che era un allarmismo folle e che i cittadini erano stupidi. E ora lo sospendi? Allora siamo stati scemi noi che ce lo siamo fatto questo vaccino, noi che abbiamo avuto fiducia. A questo punto uno si sente una cavia. I cittadini stanno tentando di fare di tutto per affrontare questa situazione. Siamo qui con i figli, senza le scuole aperte, distrutti dal punto di vista psicologico, umano, lavorativo”, dice l’inviata di PiazzaPulita (La7) che è anche mamma.
Quando Sara è andata a fare il vaccino ci racconta che “Ho dovuto fare una grande pressione su me stessa. Perché l’ho fatto il giorno dopo la morte del militare e psicologicamente è stata un po’ tosta. È giusto farlo, bisogna essere irremovibili da questo punto di vista. Però io lo faccio, mi sottopongo a uno stress corporeo notevole per il bene della collettività e adesso non si sa neanche se si potrà fare la seconda dose. Ci vuole chiarezza. Ci dovete dire perché l’avete sospeso. In via precauzionale cosa significa? Fino a una settimana fa avete detto che andava tutto bene. Vogliamo chiarezza. È necessaria perché come possiamo pensare di fare vaccinare ancora altri cittadini con Astrazeneca dopo tutto questo? Come cittadina pretendo di sapere con quale criterio sono stata vaccinata, insieme a milioni di altre persone e a quali rischi potrei incorrere. Voglio sapere cosa sta succedendo e vorrei chiedere con quale faccia ci chiederanno ancora di fare il nostro dovere. Come in ogni cosa la fiducia si conquista”.
“Questo vaccino è sicuro o no? Se non è sicuro togliamo di mezzo. Non ci possono essere vaccinati di serie A e vaccinati di serie B come non ci possono essere Vaccini di serie A e vaccini di Serie B, tutti abbiamo diritto alla serie A in questa partita. Come cittadini ne abbiamo passate e ne stiamo passando ancora tante. Io ero disposta tranquillamente ad aspettare ancora se avessi potuto scegliere, mi sono sentita la responsabilità di fare questo vaccino visto che rientravo nella categoria che potevo e dovevo farlo. Però mi dovete spiegare che cosa mi avete iniettato adesso. Se è un vaccino sicuro o no? A noi piace sempre dividere il mondo in buoni e cattivi, No Vax e Si Vax invece qui stiamo alimentando le paure legittime dei cittadini“, conclude la giornalista.
Prima di sottoporsi al vaccino, la cronista ha “sollevato l’assurdità del fatto che io potessi vaccinarmi – anche se sono docente universitaria e che quindi ne ho diritto – , ma dato che in questo momento sono in Dad come tutti, ho chiesto al viceministro della Salute di poter fare passare avanti una mamma caregiver (i familiari che assistono un loro congiunto ammalato e/o disabile, ndr) di due ragazzi autistici”. Dopo l’appello di Sara Giudice i caregiver sono stati inseriti nelle liste delle priorità vaccinali. “Dopo questa battaglia ho fatto il mio dovere e ho fatto il vaccino ma solo perché ne avevo diritto”, precisa la giornalista. Qui il servizio di Sara Giudice mentre accompagna la mamma caregiver e sua figlia a vaccinarsi.