L’accelerazione della campagna vaccinale è stata al centro di un vertice al quale hanno preso parte nella giornata di oggi, 22 marzo, il presidente del Consiglio Mario Draghi, il generale Francesco Paolo Figliuolo e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. Il governo punta a superare tutte le problematiche relative all’approvvigionamento di vaccini e e alle consegne per recuperare il tempo perduto dopo la sospensione di AstraZeneca. Durante il vertice, Figliuolo ha comunicato al premier che entro le prossime 24 ore circa un milione di dosi del vaccino Pfizer verranno distribuite alle Regioni. Si tratta del lotto più consistente finora spedito in Italia, che verrà distribuito in 214 strutture sanitare in tutto il paese.
Entro fine marzo l’Italia avrà ricevuto in totale 14 milioni di dosi, che pur essendo un numero consistente, sono quasi un milione e settecentomila in meno di quanto previsto nel piano del ministero della Salute per il primo trimestre. Le dosi serviranno soprattutto per l’immunizzazione degli over 80, che è ferma al 40 per circa del totale e che invece, come dimostra lo studio dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sugli effetti del vaccino nelle Rsa, ha un impatto fondamentale sulla riduzione di casi e decessi,
Il pressing sulle Regioni
Il governo è in pressing sulle Regioni per ottenere uno sprint nelle vaccinazioni giornaliere. Per ottimizzare i processi, la Protezione civile e le strutture della Difesa si metteranno a disposizione dei presidenti di Regione ai quali è stato suggerito di valersi della piattaforma di prenotazioni nazionale messa a punto da Poste. Inoltre, nelle prossime ore si metterà a punto un meccanismo automatico che dovrebbe permettere alle Regioni in ritardo con le somministrazioni di essere sostenute dallo Stato.
Lo schema all’interno del quale si muove il premier è quello della più ampia collaborazione possibile. Draghi non ha intenzione di commissariare i governatori, ma se servirà sarà pronto a fornire un aiuto alle Regioni più in difficoltà con le somministrazioni. I problemi, è innegabile, ci sono, come mostra il “blitz” in Regione Lombardia contro i vertici di Aria Spa, l’ente regionale che gestisce le prenotazioni per i vaccini contro il Covid.
Per questa ragione, il premier ha avuto un incontro con la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, con la quale – fanno sapere fonti di palazzo Chigi citate da Agi – è stato fatto un punto preliminare sulle soluzioni che “concorreranno a rafforzare la collaborazione e il coordinamento con le Regioni impegnate a dare tempestiva attuazione al nuovo Piano vaccinale”.
Il coordinamento Ue
L’obiettivo di Draghi è uniformare la gestione della campagna vaccinale a livello nazionale e contemporaneamente ad un coordinamento a livello Ue in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo, da cui verranno maggiori chiarimenti sul vaccino russo. In proposito, oggi si è assistito a un botta e risposta tra il commissario Ue Thierry Breton, che ha dichiarato che “l’Europa non ha bisogno dello Sputnik V ” e il presidente russo Vladimir Putin, che ha parlato di una scelta “che difende gli interessi, non le persone”. Durante il vertice Ue, Italia, Spagna, Francia e Germania chiederanno alla Commissione di essere intransigente con le case farmaceutiche, affinché rispettino i contratti e si possa procedere alla produzione di vaccini in autonomia.
Il ruolo dei partiti: oggi l’incontro di Draghi con Letta
Per raggiungere il massimo coordinamento, Draghi deve creare una rete di raccordo anche tra le principali forze politiche. In quest’ottica stamattina ha incontrato il neo-segretario del Pd Enrico Letta: un incontro definito “cordiale, positivo” e “a tutto campo” da fonti del partito del Nazareno. Il colloquio ha toccato la programmazione del piano vaccinale e la questione delle politiche di rilancio, ma soprattutto il metodo di lavoro. Già in diverse occasioni, Letta ha garantito il pieno appoggio del partito all’agenda dell’esecutivo.
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