In arrivo i primi vaccini contro cancro e infarto, l’annuncio di Moderna: “Pronti entro cinque anni”
Vaccini contro malattie cardiovascolari, autoimmuni e anche il cancro. Una rivoluzione che potrebbe arrivare nel giro di pochi anni, secondo quanto prevedono esperti e addetti ai lavori. Lo conferma un dirigente dell’azienda farmaceutica Moderna che, in un’intervista al Guardian, ha previsto l’arrivo di vaccini contro “ogni sorta” di malattia in soli cinque anni. Questo grazie all’enorme spinta data alla ricerca e alla produzione dei vaccini a m-Rna dalla lotta a covid-19. Dopo il nuovo coronavirus, Moderna sta puntando adesso a curare con i suoi vaccini “vari tipi di cancro”.
“Avremo quel vaccino e sarà altamente efficace e salverà molte centinaia di migliaia, se non milioni di vite”, ha promesso il dottor Paul Burton, direttore sanitario di Moderna. “Penso che saremo in grado di offrire vaccini contro il cancro personalizzati contro diversi tipi di tumore a persone in tutto il mondo”.
La tecnologia utilizzata già in alcuni dei vaccini più diffusi durante la pandemia promette di agire sugli stessi meccanismi che rendono i tumori una malattia mortale.
La procedura viene sintetizzata così: come primo passo, tramite una biopsia sulle cellule tumorali, vengono identificate le mutazioni non presenti nelle cellule sane. Successivamente, un algoritmo identifica quali mutazioni stanno determinando la crescita del tumore. Con il tempo, questo è anche in grado di conoscere quali parti delle proteine determinate da queste mutazioni sono maggiormente in grado di scatenare una risposta immunitaria. Viene quindi creata una molecola di Rna messaggero (mRna), che andrà a far parte del vaccino, con le istruzioni per produrre gli antigeni che causeranno una risposta immunitaria. La mRna, una volta iniettata, si traduce in parti di proteine identiche a quelle presenti nelle cellule tumorali. Le cellule immunitarie le incontrano e distruggono le cellule tumorali che trasportano le stesse proteine, senza distruggere cellule sane.
Questa tecnologia potrà essere applicata non solo ai tumori ma anche a “malattie infettive, malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni, malattie rare”. “Potrebbero essere disponibili terapie a mRna per malattie rare che prima non si ritenevano curabili con i farmaci. Penso che tra 10 anni ci avvicineremo sempre di più a un mondo in cui potremo davvero identificare la causa genetica di una malattia e, con relativa semplicità, modificarla e ripararla usando la tecnologie basate sull’mRNA”, ha detto Burton.
A Moderna le autorità statunitensi hanno già riconosciuto lo status di breaktrough therapy, che prevede una procedura accelerata di approvazione, per un vaccino personalizzato contro il cancro e uno contro il virus sinciziale. In quest’ultimo caso, il vaccino ha mostrato un’efficacia dell’83,7% nel prevenire almeno due sintomi dell’infezione da virus respiratorio sinciziale, tosse e febbre, negli over 60. La sperimentazione del vaccino contro il cancro è stata condotta invece su pazienti affetti da melanoma.
Anche Pfizer ha iniziato a reclutare pazienti per la sperimentazione avanzata di un vaccino a mRna contro l’influenza e sta prendendo di mira altre malattie infettive, come l’herpes zoster, sempre in collaborazione con BioNTech.
Un portavoce di Pfizer ha sottolineato che “l’azienda ha guadagnato 10 anni di conoscenza scientifica in un solo anno”, mentre Richard Hackett, ad della Coalizione per la preparazione alle epidemie e l’innovazione (Cepi) che sostiene la ricerca indipendente sui vaccini contro le malattie infettive emergenti, ha rilevato che “le cose che si sarebbero svolte in 15 anni sono state compresse in 1 anno e mezzo”.