Il vaccino di AstraZeneca è “raccomandato agli over 60”: è questo il parere su cui – secondo quanto si apprende – ci sarebbe in queste ore una convergenza da parte del Cts, che chiuderebbe così la questione della somministrazione del vaccino anglo-svedese ai giovani. Resta aperto il dibattito sulla possibilità di somministrare una dose diversa (cosiddetta ‘eterologa’) agli under 60 che hanno ricevuto la prima con AstraZeneca e sulla valutazione dei tempi del richiamo.
“Il vaccino AstraZeneca può dare fenomeni di trombosi associati ad un abbassamento delle piastrine. Proprio per questo c’era stata una raccomandazione per un uso preferenziale sugli over 60 anni”, ha detto il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, a ‘Porta a porta’ su Rai 1. “Adesso lo scenario epidemiologico è cambiato, con la vaccinazione siamo in una fase più favorevole e si è aperta una riflessione nel Cts ed un confronto con l’Aifa. Nelle prossime ore, domani probabilmente, ci sarà un parere e nessuno deve dubitare che vengano minimamente sottovalutati segnali di allerta rispetto a profili s di sicurezza”, ha aggiunto.
Il dibattito in seno al Cts segue la scelta degli enti locali di aprire alla vaccinazione dei giovani con il siero Vaxzevria e una serie di nuove preoccupazioni sugli effetti collaterali, dopo la morte per trombosi di una 18enne a Genova, Camilla Canepa, che si era sottoposta volontariamente al vaccino con il siero a vettore virale prodotto dall’azienda anglo-svedese. Intanto gli esperti tornano a dividersi sull’opportunità o meno della somministrazione ai giovani dei vaccini, come quelli prodotti da Astrazeneca e Johnson & Johnson, durante i cosiddetti “Open Day”, organizzati da alcune Regioni.
Nei giorni scorsi, l’associazione Luca Coscioni aveva scritto al Governo e alla struttura commissariale per l’emergenza Covid-19 una lettera aperta sottoscritta da autorevoli scienziati ed esperti, in cui si “invita a sospendere immediatamente la distribuzione del vaccino anti-Covid19 Astrazeneca e Johnson & Johnson alle persone giovani di età a causa dei documentati rischi per la salute e la vita”.
Secondo l’immunologa Antonella Viola è “sbagliatissimo” proporre questi vaccini “ai giovani, specialmente alle donne”. Un’opinione a cui ha fatto eco il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, per cui il vaccino di AstraZeneca era “già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età, perché il rapporto tra i benefici derivanti dalla vaccinazione ed eventuali rischi diventa incrementale con l’età e particolarmente favorevole sopra questa soglia”.
Anche il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha lanciato un appello a “riservare agli under-50 i vaccini a mRna“, come quelli prodotti da Pfizer/BioNTech e Moderna. Di diverso avviso invece (almeno fino ad oggi) Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, secondo cui il vaccino a vettore virale era da ritenere “sconsigliato solo a chi prende la pillola anticoncezionale”. Il medico sembra poi aver rivisto la propria posizione nelle ultime ore.
Il dibattito ha riguardato anche le seconde dosi. Secondo Massimo Galli, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, chi non ha riscontrato problemi a seguito della somministrazione della prima dose del vaccino anti-Covid di AstraZeneca “può andare avanti tranquillamente con la seconda senza aspettarsi guai e rogne”. Un’affermazione contestata dal professor Mannuccio Mannucci, esperto di coagulazione intervistato dal Corriere della Sera, secondo cui “non si può escludere che chi non ha avuto complicanze dopo la prima inoculazione ne abbia con la seconda”.
Proprio i numerosi appelli e i pareri discordanti degli esperti hanno indotto il ministero della Salute, l’Aifa e il Cts a pronunciarsi sulla materia. Il parere reso oggi dal Comitato Tecnico Scientificonon promette di mettere fine alla discussione.
Non a caso, l’Agenzia europea per i Medicinali (Ema) aveva già esaminato i rischi connessi al vaccino anti-Covid di AstraZeneca, scegliendo di non emanare alcuna raccomandazione alla somministrazione legata al genere o alle fasce d’età ma lasciando la decisione ai singoli Stati. Ed è così che mesi fa l’Italia aveva deciso di consigliare il siero della casa farmaceutica anglo-svedese sopra i 60 anni d’età, “in via preferenziale”.
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