Vaccini AstraZeneca trovati ad Anagni: “Sono per i Paesi poveri”. Ma l’Ue non si fida
Nella notte tra sabato e domenica i carabinieri dei NAS hanno trovato 29 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca contro il Coronavirus nella fabbrica dell’azienda statunitense Catalent ad Anagni, nel Lazio, l’azienda che infiala per conto della casa farmaceutica anglo-svedese. Le dosi sono state trovate dopo un’ispezione richiesta dall’Unione Europea e disposta dal presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi.
Una delle ipotesi possibili era che questo ingente quantitativo di dosi fosse destinato al Regno Unito ma l’azienda ha spiegato che sono destinate al Belgio dove Astrazeneca ha un polo logistico che si occupa della distribuzione del vaccino nei vari Paesi, compresi quelli a basso reddito rientranti nell’iniziativa Covax. “Quelle dosi sono state prodotte fuori dall’Unione Europea e sono state portate ad Anagni per l’infialamento”, spiega l’azienda in una nota. Le altre 16 milioni “sono per l’Europa”. Di queste, 10 milioni “saranno consegnate ai paesi Ue nell’ultima settimana di marzo”.
Le cose però non sono così lineari e l’Europa vuole vederci chiaro. Motivo per cui il caso AstraZeneca finirà quasi certamente sul tavolo del Consiglio europeo di oggi. La Task Force della Commissione pretende conferme “sull’esatta provenienza dei lotti individuati ad Anagni” e ribadisce “l’importanza della trasparenza sul numero di dosi prodotte nei siti europei di AstraZeneca”
AstraZeneca, citata dal New York Times e da altri media, sostiene che dei 29 milioni di dosi, 16 milioni siano destinati al mercato europeo e 13 milioni siano da esportare verso paesi a basso reddito sulla base dell’iniziativa COVAX, promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità. Questa versione è stata confermata da Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno e responsabile della strategia sui vaccini dell’Unione, che parlando con l’emittente spagnola Cadena Ser ha detto: “A parte le dosi destinate a COVAX, ai paesi poveri, il resto sarà distribuito esclusivamente tra i paesi dell’Unione Europea” non appena la fabbrica di Halix riceverà l’autorizzazione dell’EMA, che dovrebbe arrivare “nei prossimi giorni”.
Secondo fonti citate dal quotidiano La Repubblica le cose non starebbero proprio in questo modo e ci sarebbe il rischio che quota parte di questo grande lotto di vaccini non sia effettivamente destinato ai paesi rientranti nel sistema Covax, bensì a Paesi ricchi come Stati Uniti che a loro volta girerebbero alcune quote a paesi come Messico e Canada.
Secondo Repubblica, il 18 marzo un portavoce della Casa Bianca ha annunciato l’intenzione di girare a Messico e Canada 2,5 milioni di vaccini AstraZeneca della quota di 7 milioni disponibile per gli Stati Uniti. E che, effettivamente, i due contratti firmati con l’azienda anglo-svedese dai governi canadese e messicano prevedono l’eventualità che parte della fornitura arrivi dai siti europei. Catalent non ha chiesto alla Farnesina alcuna autorizzazione all’esportazione. Si torna all’unica indicazione certa: vanno in Belgio.
A Parigi una fonte dell’Eliseo, senza citare espressamente AstraZeneca, specifica la natura del dubbio. “Ci siamo accorti che in alcuni casi Covax è stato usato per aggirare il meccanismo di controllo europeo, e per esportare vaccini verso Paesi ricchi”. Da qui i timori dell’Ue la richiesta di maggiori controlli.
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