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    Vaccini, dopo l’inchiesta di TPI anche la Regione Lombardia ammette i ritardi

    La consigliera regionale lombarda Carmela Rozza (PD) e l'assessore al Welfare Giulio Gallera (Forza Italia)

    Una nota diramata dalla direzione del Welfare della Regione Lombardia conferma il quadro delineato da TPI con la sua inchiesta di ieri. La Consigliera regionale del PD Carmela Rozza: "Le nostre previsioni si stanno, purtroppo, avverando. La Regione arriva impreparata all’appuntamento autunnale, nonostante tutto quello che è successo nei mesi scorsi"

    Di Lorenzo Zacchetti
    Pubblicato il 3 Set. 2020 alle 18:35

    “La campagna vaccinale inizierà con l’offerta ai pazienti fragili a partire dalla seconda metà di ottobre, garantendo tra l’altro la disponibilità a partire dal mese di novembre dei professionisti che effettuano la campagna agli over 65 (MMG e ASST) in più punti di erogazione per consentire il distanziamento come da regole anti Covid-19”. Così scrive la direzione del Welfare della Regione Lombardia, in una circolare inviata a tutti i direttori generali delle ATS e ASST della Lombardia.

    Il tema era già stato anticipato ieri da TPI con una corposa inchiesta e questo comunicato della Regione spinge il Partito Democratico della Lombardia ad affermare: “Le nostre previsioni si stanno, purtroppo, avverando. La Regione arriva impreparata all’appuntamento autunnale, nonostante tutto quello che è successo nei mesi scorsi. In Lombardia la campagna vaccinale partirà troppo tardi, nonostante il ministero chiedeva di anticiparla a inizio ottobre, nonostante l’emergenza Covid-19. Non solo la campagna inizierà a novembre, ma la stessa circolare dice che non è ancora noto alla Regione quando saranno consegnate le dosi di vaccino acquistate”, afferma la consigliera Carmela Rozza.

    Un ulteriore passaggio della circolare spiega che: “Nelle more della comunicazione da parte delle aziende produttrici di vaccini delle date esatte di consegna dei vaccini, si riportano i periodi indicano le tempistiche di massima di inizio e fine campagna: appena disponibili verranno fornite le date esatte di consegna dei vaccini”.

    Rozza commenta: “La Regione ammette che per la fascia dei 60/64enni si aspetterà di vedere quante dosi rimarranno disponibili dalla campagna degli over 65, mentre vengono ignorati tutti gli altri cittadini e il mondo della scuola. Per i più piccoli, dai 2 ai 5 anni, che sono una fascia delicatissima per la difficoltà oggettiva a gestire il contagio, è già chiaro che le vaccinazioni non inizieranno prima della seconda o terza settimana di novembre, decisamente troppo tardi, con il rischio che le influenze siano già abbondantemente diffuse. Una gestione del genere mette tutti i lombardi nuovamente a rischio”.

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