Un giorno bisognerà dedicare un volume ai personaggi che Matteo Salvini sceglie come simboli delle sue battaglie, perché ha un talento innato nello scovare mitomani e soggetti improbabili che poi si rivelano boomerang imbarazzanti da sotterrare in tutta fretta nella prima buca disponibile (vedere, per esempio, alla voce Giuseppe De Donno detto Joseph Dominus e la cura al plasma che i poteri forti osteggiano).
Ultimamente, una delle sue bandiere preferite è Umberto Carriera, il ristoratore pesarese che tiene aperti i suoi sei locali violando il Dpcm, con Vittorio Sgarbi tra i commensali. “Uno degli uomini in prima fila, non un marziano o un evasore!”, l’ha definito Matteo Salvini durante una delle sue dirette con lui.
“Per noi è sopravvivenza, ho tra gli affiliati al mio movimento 60.000 bar e ristoranti pronti ad aprire dal 15 gennaio in poi! Abbiamo ricevuto solo elemosina, dobbiamo riaprire, è un governo di incompetenti!”, ulula Carriera, parlando di sé in terza persona.
Bene. Sapete quante tasse ha pagato Umberto Carriera lo scorso anno per il suo reddito personale? 9.800 euro, quindi dichiara poco più di mille euro al mese. Ma partiamo dall’inizio perché il personaggio va raccontato nella sua interezza, per poi chiudere con la sua dichiarazione dei redditi.
Su Carriera c’è una lunga sfilza di aneddoti che a Pesaro e dintorni fanno ormai parte della mitologia locale. Per dirla in maniera semplice, Carriera ha una discreta reputazione da mitomane e bisogna dire che si impegna molto per alimentarla.
Intanto, nel 2019, racconta di essere stato inserito nell’elenco dei 150 imprenditori under 30 più promettenti del nuovo anno da nientepopodimeno che la più famosa rivista di economia e finanza del mondo: Forbes. Sì, avete letto bene. Lo scrive lui e lo scrivono tanti giornali locali, per esempio il Corriere Adriatico, che lo intervista: “Carriera, come lo ha saputo?”. “Era una raccomandata. Una multa, ho pensato. Io le colleziono. E invece. È come entrare nella lista dei candidati al pallone d’oro o agli Oscar!”.
Peccato che da Forbes Italia abbiano smentito categoricamente via mail e che oggi, interrogato da me sulla questione, Carriera abbia risposto: “Ma l’hanno scritto dei giornalini come il Resto del Carlino o il Corriere Adriatico per avere titoli d’effetto, io ho partecipato a un workshop, è un’altra cosa…”.
Cioè, non si ricorda di averlo raccontato lui stesso in un’intervista che evidentemente, ora che la sua popolarità è alle stelle, rinnega perché rilasciata a giornali non più alla sua altezza. Strano che poi pubblichi su Instagram la prima pagina del Resto del Carlino e di altri “giornalini”, più volte, quest’estate, vantandosi di essere citato.
A proposito, non va dimenticato il suo esordio, anni prima, come scrittore (“Ho 6 ristoranti e scritto un romanzo”, scrive nella bio). “Uscirà nella prossima primavera, a quasi tre anni dal successo de ‘Il coraggio delle scelte’, il secondo romanzo del poliedrico scrittore Umberto Carriera, che si intitolerà ‘Scrivimi quando arrivi’. Dopo le quasi cinquemila copie vendute con il primo libro…”, scrive trionfale ilpesarese.it del Grisham locale.
Peccato che questo secondo romanzo non si sia visto e che il sospetto è che riguardo il primo, si tratti di un’autopubblicazione. Delle 5.000 copie vendute non esiste, ovviamente, alcuna prova. O magari sono nella sua cantina, dentro dei sacchi neri, chissà. Ma andiamo avanti.
Nel 2016 annuncia che gireranno per ben CINQUE giorni Masterchef nel suo ristorante ‘La grande bellezza’. I soliti giornali, anzi, “giornalini” locali rilanciano la notizia, intervistandolo. Però nel suo ristorante non viene girata alcuna puntata. “Ma come no!”, risponde lui quando gli chiedo chiarimenti. “È stata girata un’esterna con la crescia e i prodotti locali sono stati valorizzati”.
“Ma nel suo ristorante?”. “Certo”. Quindi insiste nel sostenere che una puntata di Masterchef sia stata girata lì, ma non risulta da nessuna parte. “Non è stata girata alcuna puntata nel ristorante ‘La grande bellezza’”, conferma un’autrice storica di Masterchef, dopo aver consultato anche il produttore. “Tra l’altro non giriamo mai per più di una giornata le esterne. È una fake news, ci sono alcuni ristoranti che si inventano queste cose per farsi pubblicità”.
E ora arriviamo al 2020, quando Carriera, poco prima della pandemia, a gennaio, guida la rivolta delle partite Iva contro l’obbligatorietà dei Pos e invita a sospendere i pagamenti allo Stato per via delle tasse troppo alte. Ma quante tasse pagherà mai Umberto Carriera, titolare di sei ristoranti? Nella trasmissione radio La zanzara, sollecitato da un ascoltatore che gli dà dell’evasore, qualche giorno fa Carriera risponde serafico: “L’anno scorso ho pagato 9.800 euro, vi sembrano pochi?!”.
Gli faccio notare che sono pochissimi per la sua attività e lui: “Ma io mangio al ristorante pranzo e cena!”. Dunque il reddito personale (lordo) annuo di Umberto Carriera si aggira intorno ai 20.000 euro. Sei ristoranti, 40 dipendenti, famiglia, figli, macchina, casa, bollette e lui guadagna meno che un suo dipendente. Accidenti. Tutta questa fatica per nulla. Un benefattore.
Ma non ci fermiamo qui. Perché il nostro eroe – quello che ora è diventato il promotore della rivolta dei ristoratori contro il Dpcm perché “siamo distrutti economicamente, qui è sopravvivenza” e che dice al suo sponsor Salvini, in diretta Facebook, “qui si finisce col cappio al collo” – nel 2020, dunque in piena pandemia, apre ben due ristoranti.
“Ma la casa è di proprietà e per la macchina ho il leasing”, dice spiegando come vive con poco più di 1.000 euro al mese. “Ognuno fa le sue scelte, non devono essere per forza sei ristoranti in attivo…”. “Sono riuscito ad aprire un ristorante anche il primo ottobre. Si vede che lei non fa l’imprenditrice e non sa che ora i ristoranti si possono pagare anche dopo, fai un accordo per scaglionare i costi in 5/6 anni”.
Accidenti, e se è in grado di accollarsi altri debiti e di pagare il personale assunto, quali sarebbero i suoi problemi? Proprio lui che non ha problemi e che paga 800 euro di tasse al mese, è il portabandiera dell’#ioapro? Tra l’altro ha appena detto che non tutti ristoranti sono in attivo, dunque bizzarro che si impegoli in nuove iniziative nella ristorazione.
Fatto sta che c’è l’ultimo, meraviglioso colpo di scena. Giorni fa Carriera pubblica una storia su Instagram scrivendo “Questo è l’odio che seminate” e pubblicando il messaggio di un utente che gli dice “Se domani apri ti facciamo male, sappiamo dove dove va all’asilo tuo figlio”. Terribile. Peccato che non noti che sotto i messaggi inviati su Instagram appaia la scritta col nome dell’utente che ha inviato il messaggio, in questo caso ‘La Macelleria Pesaro’. Per la cronaca, La Macelleria è uno dei ristoranti di Umberto Carriera, dunque si sarebbe mandato da solo quel messaggio dall’account del suo ristorante, senza accorgersi della gaffe.
Quando gli viene fatto notare cancella tutto, poi dice che è stato fatto un fotomontaggio da una pagina pesarese vicina al sindaco Ricci. Comblotto! Allora gli viene fatto notare che quell’account (la Macelleria) per la verità è registrato con una mail che inizia e finisce come la sua mail e con un cellulare che finisce con i numeri 4 e 7 come il suo numero di cellulare. A me dice: “Ma quell’account non è del mio ristorante, ho denunciato”. Insomma, un personaggio tra l’urticante e l’esilarante.
A proposito. Neanche i 60.000 ristoratori che secondo lui stanno aprendo in violazione del Dpcm sono numeri veri. O forse ha anche quelli in cantina, imbavagliati, accanto alle 5.000 copie del suo romanzo.
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